Nando Milazzo presenta:
La gatta e il coniglio (1983)
Due tempi comicissimi di Mario Amendola e Bruno Corbucci
- Interpreti: Franco Barbero, Stella Carnacina, Alfredo Rizzo, Silvana Lombardo, Giorgio Cappa, Giusto Lo Piparo, Francesca Carvelli, Mariamelia Monti
- Musiche: Guido e Maurizio De Angelis
- Coreografie: Luisella Arcari
- Scene e Costumi: Roberto Comotti
- Regia: Amendola - Corbucci
Link Wikipedia
1. Stella Carnacina - Franco Barbero - Foto di scena - Amendola - Corbucci
Programma di sala (pagine 20)
- Quasi un'intervista ... (Daniele Rubboli)
- Il cast
- Fotografie di Ivano Corazza
Torino, settembre '83, Teatro Alfieri. Ci sono "tutti" (anch'io) nel camerino di Franco Barbero. È c'è pure MARIO AMENDOLA, creatore di migliaia di occasioni per affogare, in una risata, i pensieri quotidiani; titolare di una vita spesa nella vocazione del buon umore. Coautore con Corbucci di questa "gatta con coniglio", Amendola si tuffa sul registratore che ho acceso. "...cosa devo dire... ecco, sì, faccio anche la parte di Corbucci che non c'è: noi siamo due autori, Amendola e Corbucci...' ,
… e avete avuto insieme l'idea per questa commedia? "lo! Io! le cose più belle son tutte fatte da me; Corbucci è soltanto uno che scrive quando glielo dico io. Sono il più bravo insomma, anche perché sono il più modesto. Allora: vuoi che ti racconti la storia della..."
No, quella la conosco... "Ecco, benissimo: noi ci siamo modellati su Franco Barbero con questa storiellina ambientata in una emittente privata di quelle che... niente, nessuno vede, nessuno sa neppure che esiste..."
Una domanda quasi cattiva: pensando a Barbero, attore nato sotto l'ala di Macario, avete, scrivendo, pensato un po’ a Macario? "Un po’ si, ma non perché Macario debba in qualche modo incidere, ma perché sono rami dello stesso tronco; tutti e due sono piemontesi e lui è nato alla scuola di Macario per quanto sia personalissimo, abbia altre reazioni; però si, c'è qualche cosa... le pause, le rimesse..."
Amendola, cosa vuole oggi il pubblico dagli autori di testi per il teatro leggero? "Vuole assolutamente ridere, divertirsi: è una frase fatta, apro una porta sfondata, ma in realtà la gente vuoi passare un paio d'ore senza pensare ai missili, agli SS 20, a tutti i guai che stiamo passando, all'inflazione, al Libano, alle cose... il pubblico vuole ridere e divertirsi, se possibile, senza pensare. Certo i critici non la pigliano su questo tono: loro vogliono del solido perché i critici sono li per... fare la critica, ma a noi, grazie a Dio, il pubblico ha sempre detto si, quindi..."
...iI pubblico ama questa formula da sempre... "Da sempre, dai tempi di Aristofane, e se anche allora c'erano i critici - e non lo so - Aristofane incassava e quelli dicevano: ah! questo Aristofane, che roba! ci vorrebbe qualcosa di più profondo... immagino, eh!"
"La gatta e il coniglio" rientra in un filone di Amendola e Corbucci, o no? "No! Questa è veramente una cosa diversa che, anzi, ci fa un po' paura perché è una strada nuova che percorriamo; non c'è niente di altre commedie precedenti: ambientazione, storia, fatti ...nemmeno come mobilio perché non ce n'è, in quanto siamo in un salotto adibito ad emittente per cui... in più hanno dipinto le pareti in modo folle: uno come primavera, l'altra come paesaggio nevoso, l'altra una marina per eseguirci davanti i piccoli programmi pubblicitari".
FRANCO BARBERO, nato ad Asti (1944), diretto erede di Macario, capocomico con 12 gloriose edizioni teatrali in compagnia di Carlo Campanini, Silva Koscina, Femi Benussi, Maria Teresa Ruta (gli piacciono da impazzire le belle donne, evidentemente), attore impegnato in TV ("Ho sognato il paradiso", "Conte di Carmagnola", "Le tre capitali") e nel cinema (ha appena concluso "Ricco ma povero" con Banfi e Calà), è pronto al varo di questa "commedia con musica" che gli consentirà di portare, per la prima volta in tutta la penisola, il suo teatro di... accento piemontese.
Il tuo che personaggio è? Vecchio, nuovo e soprattutto; lo si può incontrare per la strada? “E’ un personaggio giusto per me, a maschera, come ne ho fatti altri. Se esiste nella realtà? Siiii! Più che mai! Tutti questi ragazzotti che vedi in giro, no? che trim-trum-trum hanno tre canzoni in testa come questo qui, che ha scritto un motivetto, "La gatta e il coniglio", e sogna di diventare Frank Sinatra, Julio Iglesias, e l'è una ciùla come tanti e non solo in campagna ma anche in città".
Tu userai due linguaggi? Uno nei teatri piemontesi ed uno per quelli fuori regione? "Garantito, un po’ come tutte le compagnie che hanno sostanza dialettale. Nella regione mia parlo piemontese, fuori... in italiano" .
Mantenendo l'accento. "Sì, ma con naturalezza, così come parlo con te, normalmente... come mi ha insegnato la scuola-Macario, la scuola della naturalezza assoluta: non forzare, non tirare... semplice e sincera.
Da questa scuola cosa ritieni di aver meglio attinto? "Quello che ho detto adesso: fare con naturalezza il personaggio. Il pubblico deve sempre trovarsi di fronte una persona, deve vedere insomma più Franco che Barbero; una presenza reale, in modo che anche se solo gli cade una moneta, la gente deve dire "oh! dov'è andata?!" e allungare il collo con lui. Tutto questo nell'ambito di un teatro comico che ha logicamente meccanismi da rispettare e tutto il resto..."
...e fuori dal teatro Franco Barbero chi è? "Franco Barbero fuori dal teatro è quello che è in teatro, questo è sicuro. E adesso ti dico una cosa: ho letto un libro che si concludeva così "È gentile essere allegri" e questo anche in tempo di guerra, sotto i bombardamenti. lo faccio teatro comico e ne sono contento. Lo scopo mio è dar buon umore al prossimo. E ancora va detto che far teatro comico non è facile; ci voglion tante cose: la salute, l'equilibrio, la tendenza al buon umore, l'indulgenza verso il prossimo... non è facile, non è facile. Forse anche per questo è fatale che chi fa teatro comico un po’ ce l'abbia con il critico... mi rifaccio al discorso di Amendola. Sì, perché quelli ti prendono e ti sbattono in un angolo; puahh! E questo non è giusto. Un attore non deve essere valutato per il teatro che fa, ma come lo fa. Vorrei vedere certi attori che fanno faville nel grande teatro impegnato di prosa, alle prese con "La gatta e il coniglio"! Ma... non ha importanza" . "È perfettamente giusto - aggiunge Amendola - Il comico lavora in salita, sempre..." "...e concludo - riprende Barbero - confermando sia vero che l'attore drammatico vive di prestigio, mentre l'attore comico vive di simpatia".
Di STELLA CARNACINA vogliamo un ritratto completo. deve dirci tutto, ma proprio tutto di lei... del segno zodiacale in poi! "Sono un pesciolino ascendente Gemelli... " "No trota?" chiede Amendola "No, trota no!"
E ci credi nell'astrologia? "Sì, moltissimo! lo sono una parapsicologa, sono medium fin da bambina e ho scritto anche un libro sull'astrologia, ma era un connubio tra gastronomia e astrologia, un saper mangiare con le stelle".
Come sei nata al teatro? "Quattro anni fa ho avuto la prima esperienza come prima donna, ma in realtà sono 12 anni che lavoro: ho iniziato con la pubblicità, poi tanti anni di cinema, poi... tutto, devo dire che la gavetta l'ho fatta tutta! Ho presentato, cantato, ballato..."
Ispirandoti a quali modelli o imparato da quali maestri? "Imparare sto imparando più adesso, con il teatro. Il cinema non mi ha insegnato molto, anche perché i registi mi dicevano sempre: vai bene, sei talmente naturale, talmente te stessa, talmente così... c'era addirittura chi mi definiva la Magnani giovane quando ho iniziato, e allora non mi aiutavano molto e mi lasciavano fare a ruota libera. Invece trovo che sia abbastanza sbagliato perché, soprattutto quando si incomincia, occorre essere corretti, frenati, contenuti... io ho sempre molta predisposizione ad apprendere e in questa compagnia mi trovo benissimo con Franco perché lui è un attore semplice ma colto, cosa molto difficile, perché in teatro è più facile che avvenga il contrario. Tornando al mio lavoro, ho fatto qualche sceneggiato per la Tv, molte presentazioni, molte "ospitate" e poi questa estate ho fatto tante serate, sì circa una novantina... "
Come presentatrice? "No no no... ho fatto serate da sola, coprendo due ore di spettacolo come attrice-cantante interprete di me stessa".
Un grande cabaret. "Ci ho provato!"
Testi? "Di Stella Carnacina!"
Ripetimene un pezzetto... "Noooo! Che devo dire, una delle barzellette? Noooo! Anche perché poi se la leggono, quando vengono a sentirmi la sanno già..." "Quella del Kojak!" (suggerisce Barbero) "No, quella del tizio che fa la pipì.. è un po’ sozza, ma..." (incalza Amendola). "Ma quale sozza?! Ma no! Piuttosto lasciami fare una predizione per i segni che avranno un inizio del 1984 folgorante, con tanta, tanta fortuna: Pesci, Scorpione, Gemelli, Toro e Sagittario... ma questo l'ho aggiunto per far piacere a Amendola" .
E gli altri? "Beh, non è detto che non abbiano fortuna.. ce ne sarà per tutti, ma non così immediatamente; seguiranno altri meccanismi".
E di Dolly che mi dici? "Credo che ogni attrice vorrebbe questo ruolo perché Dolly recita, canta e balla: una dimostrazione in più per far valere le proprie capacità. Siccome la Carnacina è bravissima (!) ci riesce... con una gran fatica!!! "
E quando non fai teatro che fai? "La mamma di una bambina di 6 anni, ruolo molto difficile e faticoso, forse più ancora di quelli teatrali".
E siamo ad ALFREDO RIZZO quasi... «antico» figlio d'arte. Figlio d'arte perché? "Sono nipote del famoso Carlo Lombardo autore di mille e una operetta, dal Paese dei Campanelli in poi. Ho studiato a Milano, poi a Roma dove ho iniziato a far l'attore e ho fatto tante compagnie con Taranto, Macario, D'Apporto... e che non ho fatto?! Quasi tutte! Ho lavorato anche con Totò, pure nei film".
C'è differenza da come - ridevano a come - ridono? "Ieri ridevano più facilmente, il pubblico era più ingenuo; oggi hanno più pretese dalla messa in scena in poi. Con questo però resta il fatto che comunque il pubblico di ieri come quello di oggi vuole evadere e la sera non cerca testi impegnati, ma desidera divertirsi..." "Ha ragione! - interviene Amendola - È così anche per noi... i gusti si evolvono: ricordo quel comico che stupito mi chiedeva "Ma come? Con questa barzelletta ridono da 40 anni, e adesso non ridono più?!... te lo credo!"
Rizzo con quali capicomici ti sei trovato meglio? "Macario e Taranto..."
...ma avevano affinità artistiche? "No, no, no! Macario era l'ingenuo, un "buono" quasi un bambino. Taranto è il furbino, che si impone, si impunta... ma mi trovavo bene con entrambi perché erano due bravissime persone. Altro gran signore era Totò. E mi trovo bene con Franco Barbero; no! non perché è qui lui, nessuna sviolinata! Ma sono tre anni che vengo nella sua compagnia e, senza falsa modestia, devo dire che rifiuto tante belle proposte per restare con lui. Perché? Perché è un uomo semplice e buono che sa essere amico, ed è sempre uguale, sempre lui dentro e fuori la scena e questa è una gran dote. E poi... sì, mi trovo bene anche con Amendola... ho fatto tante cose scritte da lui..." "Si può dire che sono il tuo maestro..." (aggiunge Amendola)" "...non esagerare! Vedi, non ti si può mai dare confidenza che poi ne approfitti!"
Veniamo al personaggio. "È un personaggio simpatico, direttore e proprietario di questa Tv privata, con un sacco di guai perché non ha denaro e combina mille pasticci... "
Ma nella realtà ce ne saranno di tipi cosi? "Ma si, guarda... no, insomma... potrei farti il nome di una Tv privata di Roma, ma non lo voglio fare... insomma, sì conosco uno che se proprio non è spiccicato questo, gli si avvicina molto. La commedia mi piace e dirò che in tanti anni passati in teatro, e non mi fare dire quanti..." "È giovanissimo, Rizzo... (suggerisce Amendola) è giovanissimo... quando è nato c'era ancora Garibaldi!" "Sì - corregge Barbero - ma era ormai alla fine...". La discussione sull’età di Alfredo Rizzo prosegue. Approfitto per andarmene con Stella Carnacina: dobbiamo parlare delle sue esperienze con Walter Chiari ("Hai mai provato con l'acqua calda?") ed Enrico Beruschi ("L'impareggiabile messieur Landrou")... "Di Amendola e Corrucci!!!" ci grida alle spalle Mario, mentre usciamo dall' Alfieri.
DANIELE RUBBOLI