GHOST TEATRO s.r.l. presenta:
La vita che ti diedi (1994)
Di Luigi Pirandello
- Interpreti: Marina Malfatti, Aurora Trampus, Caterina Vertova, Maria Teresa Bax, Maria Novella Mosci, Pino Bella, Edmondo Tieghi, Christian Ferro, Selvaggia Quattrini
- Musiche: Matteo D'Amico
- Scene e Costumi: Alberto Verso
- Luci: Sergio Rossi
- Regia: Luigi Squarzina
Link Wikipedia
- 1. Marina Malfatti 2. Aurora Trampus 3.Caterina Vertova 4.Maria Teresa Bax- Foto di scena
Programma di sala (pagine 44)
- Lugi Pirandello (Leonardo Sciascia - Guido Piovene)
- La vita che ti diedi (Italo Borzi)
- Pirandello la vita e le opere
- Pirandello a Parigi è sempre di scena (Silvio D'Amico)
- 1923 la prima rappresentazione
- Fotografie di Alessandro Valeri
La vita che ti diedi
La vita che ti diedi è una tragedia in tre atti, condotta interamente sul filo dell' amore materno, un amore messo a dura prova da un figlio che vive lontano per sette anni senza mai farsi vedere; che ritorna completamente cambiato, fino ad apparire alla madre, Donn'Anna Luna, come un estraneo. Subito dopo il figlio muore, lasciando alla madre la sensazione che sia morto l'estraneo, e il suo amore materno ferito all'idea di una morte, che non sfiora l'immagine del figlio che ha in sé, la induca a continuare l'illusione di sentirlo vivo come lo sentiva nei sette anni della sua lontananza. E questa illusione cerca di alimentare nell'arrivo di Lucia Maubel, amante del figlio, incinta di lui, nascondendone la morte, sostenendo che è partito e deve ritornare. In questo modo sente il figlio sempre più vicino per la presenza di questa giovane donna che lo ama ed ha in grembo un figlio di lui. L'illusorio incanto si rompe quando Lucia, appresa la morte dell' amante, scoppia in pianto e ricorda che quando era partito era sciupato e malato. Quel pianto dirotto e quell'immagine del figlio ammalato che giustifica il grande mutamento fa esclamare a Donn'Anna: “ora sì che me lo vedo morire”. Nella problematica pirandelliana l'amore materno, con il suo carico di pene, è un valore che sopravvive intatto tra le macerie dei falsi valori della società, e, nella sua autenticità, risulta indenne da ogni schematismo ideologico. Più volte Pirandello torna sulla drammatica labilità dell'oggetto degli affetti umani condannati ai mutamenti del tempo, fino a risultare altra cosa da quello che amavano. Donn'Anna patisce soprattutto per questo dramma e il suo amore materno ferito all'idea di una morte, che non sfiora l'immagine del figlio che ha in sé, la induce a continuare l'illusione di sentirlo vivo come lo sentiva nei sette anni della sua lontananza.
1923 - LA PRIMA RAPPRESENTAZIONE
Dopo che Eleonora Duse ebbe rinunciato ad accogliere l'insistente invito di Pirandello di essere lei la protagonista della “Vita che ti diedi”, la parte di Donn’Anna, la madre, fu affidata ad Alda Borelli. La tragedia debuttò al Quirino di Roma il 12 ottobre 1923. Accanto alla Borelli, Gina Sammarco nella parte di Lucia. Altri interpreti ricordati nelle critiche “il Carnabuci, la Benvenuti e la Solazzi”.
ITALO BORZI