Teatro d'Arte con il patrocinio del comune di Messina presenta:
L'aria del continente (1988)
Di Nino Martoglio
- Interpreti: Nino Frassica, Pietro De Vico, Anna Campori, Daniela Conti, Mario Patanè, Valeria Zappulla, Tiziano Pelanda, Francesco Maltese, Pino Loreti, Gianfranco Alderuccio, Dodo Gagliarde, Antonio Alveario, Rocco Cosentino, Cetty Arancio, Giorgio Colangeli
- Musiche: Germano Mazzocchetti
- Scene: Nicola Rubertelli
- Costumi: Guido Cozzolino
- Regia: Antonio Calenda
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- 1.Nino Frassica 2.Pietro De Vico 3.Anna Campori 4:Daniela Conti - Foto di scena
Programma di sala (pagine 34)
- ll Teatro D'Arte
- Tanti padri per un "continentale" (Domenico Danzuso)
- Gli interpreti
- Le produzioni del Teatro d'Arte
- Fotografie di Marcello Norberth
Il Teatro d'Arte
IL TEATRO D'ARTE, nel corso della sua già annosa attività, s'è occupato, fra l'altro, di spettacoli comici. La comicità che ci interessa è quella, tipicamente italiana, fondata sul gioco linguistico, quella da cui sono scaturite le grandi figure del divertimento popolare - da Petrolini a Totò, dai Maggio ai De Vico e Campori - neglette dal teatro ufficiale ma radicate sulla scena viva. Non è la situazione, non sono i fatti, a sostanziare il ridere e il far ridere dei nostri comici: dall'ottocento in poi hanno affidato allo stravolgimento della parola e dei suoi sensi il compito di fare spettacolo. Paradosso, nonsenso, scienza del neologismo applicata all'equivoco verbale, inesauribile fantasia del garbuglio fantastico. Con queste armi del "dire" artisti immensi e ottimi praticanti del palcoscenico hanno tracciato un solco comico" all'italiana" di modernissimo impatto. Mettendo ora in scena L' Aria del Continente di Nino Martoglio, con Nino Frassica (attore comico siciliano, icona televisiva di recentissima consacrazione), il Teatro d'Arte non fa che mantenersi in linea con la propria tradizione, con la propria ricerca. Il testo di Martoglio, che si fonda sul personaggio di un uomo dabbene irretito dalle forme e dallo stile del "continente", finalmente conosciuto, lascia agire in assoluta libertà linguistica questa figura esplosiva di traduttore, divulgatore, interprete, filtro sui generis. È una maschera, sostanzialmente, è un saccente risibile, colui che torna a casa con la pretesa di estendere agli indotti la "scienza" appena appresa. Così che il ruolo, abilissimamente costruito da un autore cui sono note le furbizie di palcoscenico, offre all'interprete tutti gli appigli necessari per costruire il castello dello sproloquio istituzionale, della formazione linguistica resa 'legge, dell'esaltazione fonetica capace, in qualche momento, di diventare farfuglio musicale. Occorreva - non ci sono dubbi - un attore siciliano, nato e cresciuto dentro questo tipo assai specifico di comicità, artefice della farsa metafisica che non tralascia, però, gli agganci con la rubizza tradizione indigena. Ed ecco Nino Frassica, con la sua storia di teatrante passato per diversi lidi della scena, con la sua esperienza di caves meridionali, giubilato dall'enorme popolarità televisiva eppure tentato dall'esperienza del palcoscenico più che dalla riedizione elettronica di se stesso. Ci sono poi Pietro De Vico ed Anna Campori, con altre radici, ricchi di altre ricchezze regionali, di altre esperienze, di una conoscenza assoluta del palcoscenico che viene sì dal talento, ma anche dal tempo. Tutti e tre questi artisti amano non a caso il gioco linguistico fondato sul paradosso e sullo scempio metafisico dell'idioma secondo regola. Proseguono la vocazione comica autoctona di cui dicevamo prima, sostanziano anche in questo caso la pratica del Comico al quale hanno inneggiato critici illustri del passato: Alberto Savinio, fra gli altri, che gradiva Erminio Macario e non si peritava di "distruggere" Ruggero Ruggeri. Lo spettacolo trova proprio negli interpreti la sua coerenza, così com'è accaduto in passato per altri episodi legati al Teatro d'Arte, da 'Na sera ‘e maggio, a Cinecittà, allo stesso Aspettando Godot. E tutto viene dalla convinzione che occorre valorizzare una linea italiana del divertimento che può sottrarsi al consumo qualunquistico per essere offerta al godimento avvertito e genuino del pubblico, senza travisamenti e senza strumentalizzazioni.