XLIII Festa del Teatro di San Miniato presenta:
L'impostura (1989)
Interpreti principali: Roberto Herlitzka, Antonio Pierfederici, Franco Castellano, Mario Ventura, Piero Chiaretto
- Adattamento: Pascal Bonitzer - Gerard Wajeman
- Traduzione: Luigi Lunari
- Musiche: Marc Oliver Dupin
- Scene e Costumi: Emmanuel Peduzzi
- Regia: Brigitte Jacques
Programma di sala (pagine 40)
- Elogio (Marco Bongiovanni)
- Ma che cosè "Menzogna?" (Georges Bernanos)
- Il mondo di Bernanos (V. Volpini)
- L'impostura a teatro (B. Jacques)
- Una stori d'occhi (P. Bonitzer)
- Le 43 feste del Teatro a San Miniato
Ma che cos'è "Menzogna?"
Romanziere, giornalista, conferenziere dallo stile appassionato e cattivante, Georges Bernanos - nato a Parigi nel 1888 - risente della sua educazione cattolica (fu anche in seminario) e dei severi studi compiuti nel campo della Letteratura e del Diritto. Dopo la prima guerra mondiale, che cambattè come volontario in cavalleria, ottenne un impiego come ispettore di una compagnia di assicurazioni. Fu precisamente negli spostamenti richiesti da tale lavoro che scrisse il suo primo romanzo Sous le soleil de Satan (1926; ma già nel periodo prebellico aveva fatto esperienze come giornalista e scrittore). Il successo dell'opera lo convinse a dedicarsi esclusivamente alla carriera di scrittore e a vivere dei proventi della propria penna. In breve tempo seguirono L'imposture (1927), La joie (1929), Le journal d'un curé de campagne (1936) che conseguì il Gran Premio dell’Accademie Française", La nouvelle histoire de Mouchette (1937) e Monsieur Quine (1945). Dopo Nous autres, Français e Scandale de la verité, pubblicati alla vigilia della seconda guerra mondiale, Bernanos si trasferi in Brasile e vi risiedette dal 1938 al 1945. In quel tempo non cessò di mettere il suo talento di polemista al servizio della Francia libera. Durante un soggiorno di due anni in Tunisia scrisse infine i Dialogues des Carmelites. Si spense a Neuilly il 5 luglio 1948. L'impostura è il secondo romanzo di Georges Bernanos. Dopo la pubblicazione nel marzo 1926 di Sous le soleil de Satan (Sotto il sole di Satana), lo scrittore mise mano a una seconda opera ché pensò di intitolare Les ténèbres. Aveva in mente questo romanzo fin dal 1923: protagonista doveva essere un celebre religioso che aveva perduto la fede. Con questo intento lavorò, per circa un anno, ma i ritardi nel lavoro lo indussero a rinunciare al progetto iniziale e a scindere Les ténèbres in due parti, o meglio in due romanzi: L'imposture e La joie. L'imposture uscì nel 1927.
MA CHE COS’E’ “MENZOGNA”?... Risponde Bernanos
Dopo avere scritto L'impostura non credo più agli impostori, o perlomeno me ne sono fatto un'idea tutt'affatto diversa. Questo libro mi è costato una grande pena, ne sono uscito dilaniato come da una prova superiore alle mie forze, e scritta l'ultima riga, ignoravo ancora se il reverendo Cénabre fosse o no un impostore. Lo ignoro tuttora, ho smesso d'interrogarmi in proposito. Per meritare il nome d'impostore bisognerebbe essere totalmente responsabili del proprio mentire, esserne generatori. Ora, ogni menzogna non ha che un padre, e questo padre non è di qui. Credo che la menzogna sia un parassita e il mentitore sia un parassitato che si gratta dove quella gli prude. Per quanto ci susciti ripugnanza - o forze proprio perché ci ripugna - non siamo mai certi che la menzogna non trovi in fondo a noi stessi un'altra menzogna complice con cui misteriosamente si unisce, in una sorta di abbietta fecondazione. Non v'è infatti menzogna ma una generazione di menzogne; la menzogna non è per nulla una creazione astratta dell'uomo, né il mentire un gioco simile a quello degli scacchi, come volentieri sembrano credere i diplomatici di chiesa o d'altro genere; ogni menzogna, in terreno favorevole, si riproduce più in fretta delle mosche dell'aceto. Pretendere di classificarle per genere e specie sarebbe impresa vana; non meno vana l'illusione di giudicare il mentitore in base alla sua menzogna, dato che l'esperienza c'insegna sì poco circa il prodursi di questo malanno, che risparmia a non finire i mediocri e imputridisce di Colpo, fino all'osso, degli esseri sani, forti e puri. Pochi sono gli uomini che a una certa ora della loro vita, confusi per la debolezza ed i vizi loro propri, incapaci di farvi fronte e di superare l'umiliazione redentrice, non siano stati tentati a sgusciar fuori da se stessi, in punta di piedi, come da un malvagio vecchio. Molti, più di una volta, impunemente, hanno corso questo rischio atroce. Forse l'impostore è uscito fuori una volta sola, ma non è più potuto rientrare.
GEORGES BERNANOS