Teatro Bellini Teatro Stabile di Napoli presenta:
L'opera da tre soldi (1995)
Di Bertolt Brecht
- Interpreti principali: Tato Russo - Orchestra Stabile del Teatro Bellini
- Traduzione: Tato Russo
- Musiche: Kurt Weill
- Coreografie: Aurelio Gatti
- Scene: Tato Russo - Renato Lori
- Costumi: Giusi Giustino
- Regia: Tato Russo
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Tato Russo - Bozzetti dei costumi di Giusi Giustino
Programma di sala (pagine 74)
- Il teatro di Brecht
- Dagli scrtti di Brecht
- L'opera da tre soldi - L'allestimento di Tato Russo
- La trama (Camillo Bertucci)
- Le scene e i costumi
- Fotografie
L'opera da tre soldi
Rappresentata per due secoli in tutti i teatri d'Inghilterra sotto il titolo "The Beggar's Opera ", ci conduce nel cuore di Soho e di Whitechapel, i sobborghi malfamati di Londra, duecento anni fa come oggi rifugio degli strati più poveri - e non sempre più trasparenti - della popolazione londinese. Il signor Jonathan Peachum ha un modo tutto originale di capitalizzare la miseria delle classi povere camuffando da storpi uomini sani e mandandoli in giro a mendicare, per trarre profitto dalla compassione dei ceti abbienti. Non lo fa per cattiveria innata: “In questo mondo mi trovo costretto a difendermi”, è il motto che lo induce alla più spietata risolutezza in ogni sua azione. Nella malavita londinese ha un solo avversario degno di considerazione: il giovane gentleman Macheath, idolatrato dalle belle donnine. Costui gli rapisce la figlia Polly e se la sposa, in modo alquanto grottesco, in una stalla. Quando Peachum viene a saperlo se ne addolora - per motivi non tanto morali quanto sociali - e dichiara guerra mortale a Macheath e alla sua banda di marioli. Le alterne vicende della guerra costituiscono il contenuto dell' “Opera da tre soldi”. Alla fine Macheath viene strappato alla forca - nel pieno significato del termine - e, in un grandioso e un po' parodistico finale d'opera, la vicenda si conclude lietamente. “Tre Beggar's Opera” viene rappresentata per la prima volta nell'anno 1728, nel Teatro Lincoln's Inn. Il titolo non significa: Opera dei mendicanti, come hanno creduto alcuni traduttori tedeschi. Non dunque “Bettleroper”, e cioè opera i cui personaggi sono dei mendicanti bensì “Des Bettlers Oper” vale a dire opera per mendicanti. A noi contemporanei non mancano certo gli spunti sociologici della “Beggar's Opera”. Come duecento anni fa, abbiamo anche noi un ordinamento sociale in cui quasi tutti gli strati della popolazione tengono conto - sia pure nei modi più svariati - dei fondamenti morali, in quanto vivono non già nella morale ma, naturalmente, della morale. Formalmente “L'Opera da tre soldi” rappresenta il prototipo di un'opera: contiene gli elementi dell'opera e gli elementi del dramma.
L’Edizione di Tato Russo - L’Opera da tre soldi - E la Beggar’s Opera
L'Opera da tre soldi finisce forse per essere alla fine nient'altro che una splendida regia della Beggar' s Opera di Gay. Oggi alla SIAE la si dichiarerebbe “ ... da Gay” così come lo si fa di tante altre opere che non si abbia la pretesa ladronesca di dichiarare come proprie. Identiche restano le motivazioni che stanno alla radice di entrambe. Come Gay intende rivolgersi alla classe dominante del suo tempo per irriderne e denunciarne i costumi, così Brecht vuol sottoporre vizi e immoralità della borghesia imperante allo stesso giudizio degli spettatori borghesi. Come Gay approfitta di un mondo di ladri e di furfanti e ne sottopone le gesta al giudizio di una platea non dissimile, così Brecht, partendo dal suo assunto che “ogni borghese è un assassino e quindi ogni assassino può essere un borghese” tratta di criminali più o meno organizzati, narrandone la storia come se fosse quella tipica e banale del molto visto e amato triangolo borghese. Come con Gay, questo mondo subalterno fa irruzione nei teatri dell' aristocrazia, determinando l'avvento dell'Eroicomico a teatro e sostituendo con la farsa tragica l'impossibile tragedia d'una classe di dominatori, così Brecht approfitta della parodia e del comico per far passare una denuncia e una provocazione molto più violente per quegli stessi spettatori. Come Gay, seguendo lo schema della Ballad Opera, più adatta alle inclinazioni di un pubblico popolare, di questa fa uso per rompere con la drammaturgia e la musica del tempo, così Brecht, postulando lo stile Epico, e l'opera a Numeri, smantella certo teatro drammatico dei primi '900 e certo teatro musicale di stampo wagneriano. Forse il limite più grande dell'Opera da tre soldi, e della fantasia di Brecht, sta proprio nel non riuscire mai a ribellarsi del tutto completamente dal precedente di Gay, costituendo per ciò stesso una sicura diminuizione alla pratica delle sue intuizioni teoriche. Quanto infatti, al di là delle intenzioni molto più rappresentative, risente dal clima picaresco di Gay, quella banda di lestofanti che egli invece nelle sue note vedrebbe tanto come “persone con le quali si consumerebbe volentieri un bicchiere”. E quanto di 'stalla' ancora porta l'odore Mac, e quanto di brigante, di bandito di campagna, di accoltellatore, più che di vero commerciante del crimine o boss della delinquenza. E quanto ancora Peachum risente del ciarpame e del trovarobato cencioso da corte dei miracoli della sua banda, poco riuscendo a sembrare quel vero organizzatore del crimine industrializzato che ha fatto d'ogni mendicante un impiegato. Ma tant' è: l’opera d'arte autentica, dice lo stesso Brecht, è sempre un' opera incompiuta. E forse è proprio nell' avventura di completarla ora in una direzione ora nell'altra che risiede il fascino che promana e lo stimolo ad interpretarla.
TATO RUSSO