ELEONORA DUSE
Eleonora Duse è tornata a noi in quel repertorio che le aveva dato la celebrità, e noi, ormai avvezzi a una Duse dalla recitazione stilizzata nella maniera D'Annunziana, abbiamo avuto la sorpresa di rivedere la grande attrice nella superba proporzione che le aveva data altra volta la nostra ammirazione, di ritrovarla libera dagli impacci di una estetica che non le era spontanea, tutta potente di forza umana, tutta bella di umana poesia. Furono per il pubblico milanese serate di entusiasmo: parve che un gran lampo di luce, improvvisamente balenato agli occhi nostri, ci rivelasse il molto grigio che è diffuso sul teatro odierno; la Duse ci apparve non solo come una grandezza, ma come una affermazione, così vasta, così evidente, così persuasiva che distruggeva d'un tratto molti idoli ai quali avevamo creduto. In una parola essa ridiede a noi un termine di paragone. Di fronte ad essa abbiamo distinto chiaramente le mezze figure. Eleonora Duse fa troppo rare apparizioni tra noi. Prima di tutto ella recita poco e passa lunghi mesi in riposo in meditazione alla sua villetta della Porziuncola a Settignano; poi l'estero ce la contende. In quattro anni ella non è comparsa sui nostri palcoscenici che due volte: prima con la Città morta, poi con la Francesca (continua) ...
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Narrare la vita della Duse, è perfettamente inutile: dire quanti anni abbia, raccontare come nacque, come dorme, è persino assurdo. Non esiste altra Duse fuor di quella che noi vediamo alla ribalta. Ella è artista, solo artista. Quindi va solo conosciuta nel suo divino ministero. Il resto appartiene al pettegolezzo. E' meno supremo della verità che è la sua vita quotidiana, più indefinta e più poetica apparirà ai nostri occhi la sua nobilissima figura.
Musica e musicisti.