MEZZALANA Commedia drammatica in tre atti rappresentata per la prima volta il 9 giugno 1920 al Teatro Comunale di Bologna, dalla Compagnia di Ermete Zacconi.
Lorenzo Ruggi nato a Bologna trentasei anni fa. S'accorse prestissimo di saper scrivere dialogo “Vittime del passato”, commedia scritta quando ancora frequentava il Liceo, gli fu messa in scena da Zacconi che gli procurò dovunque un successo caloroso. Da quel momento, può dirsi che Zacconi fu il suo interprete preferito; preferenza reciproca, perchè Zacconi giudicò sempre Ruggi fra gli Autori più quadrati e promettenti e mai gli rifiutò una commedia. Oltre a quella prima, cui fecero seguito ”Sotto il giogo”, “Dopo il sì”, “A vita”, Ermete Zacconi gli mise in scena successivamente ”Cravatta nera”, passata poscia al Repertorio del Gran Guignol e “Il cuore e il mondo”, lavoro che Zacconi, già da parecchi anni, conserva nel suo repertorio. Questa commedia raccolse consensi unanimi ed è forse quella che dà la misura e le caratteristiche più ferme delle attitudini del suo autore. Piacque a D'Annunzio che la trovò tipica e, d'iniziativa sua, la mandò a Berthe Bady, l'interprete del suo “Chèvrefeuille” e delle opere di Bataille, perchè, tradotta in francese, la rappresentasse a Parigi. Ciò che avvenne nel 1917 dove assai piacque e fu replicata per oltre cinquanta sere. Altro lavoro drammatico che valse ad affermarlo è ”La figlia” che, messa in scena da Talli, tenne per parecchio tempo il cartellone del Manzoni. Successivamente scrisse il “Prometeo”, l'ultima commedia nuova che Lyda Borelli rappresentò prima di lasciare le scene, ed ora ha scritto il “Mezzalana”. È piacevole scrittore anche di novelle e racconti dove si mostra osservatore acuto e concettoso come nelle sue commedie. Indice di temperamento è lo sforzo che dovunque pone per attuare questo suo programma: “Scrivere delle commedie semplici che nel medesimo tempo siano - sono parole sue - specchio di vita rinata e significhino qualche cosa”.
MEZZALANA Commedia in tre atti dedicata a Roberto Bracco
PERSONAGGI.
I Nobili: DONNA SILVIA, d'anni 50 - JEANNE, sua figia, anni 26 - IL MARCHESE PIER LUIGI DEL CARROBBIO - LA BARONESSA SAVELLI, anni 30 - LA CONTESSA CLERICI
I Borghesi: STEFANO MEZZALANA, anni 50 - AMELIA, sua moglie, anni 32 - MARCELLINA, sua figlia, anni 18 - GINO, suo figio, anni 21 - ROSA, sua sorella, anni 60 - IL NONNO, anni 80
I Plebei: CESARINA, lavorante-mennequin, anni 20 - DELIA, lavorante, anni 34 - IL CAPITANO - IL TENENTE FORLAI - IL TENENTE DELLA TORRE - IL TENENTE MEDICO - IL TENENTE FORMICHINI - UNA CASSIERA - SARTINE - DOMESTICI - CAMERIERI
Ai giorni nostri, durante l'armistizio, Autunno avanzato.
ATTO PRIMO
Una sala d'aspetto in un grande magazzeno di sartoria per signora. Ambiente ricco e grandioso, con due porte a sinistra dello spettatore che immettomo nelle sale di prova e nelle stanze private. Due colonne architettoniche, al di là delle porte, delimitando la sala, che ha due bracci di corridoio adducenti all'uscita. A destra c'è un balcone che guarda sul corso. Il laboratorio poi si intravvede attraverso una porta a vetri nel fondo. Lungo le pareti sono disposti mannequins di cartapesta con sopra abiti di signore già finiti e da provare. Nel mezzo notasi, sopra un apposito mobile, un conteggiatore meccanico, col posto per la cassiera. L'estremo angolo a destra, vicino al balcone, è occupato da un piccolo atelier per pittore, con appresso un banzoletto e un tavolino recante bambole di pezza, dipinte a mano sui visetti collocate in esposizione. Specchiere a doppie e triple luci, cestelle ed una panchetta posta nel mezzo, vicino al mobile della cassiera. In terra un ricco panno rosso a tinta unita.
SCENA PRIMA - Donna Silvia, la Signora Rosa, Marcellina, Gino, Cesarina, Delia e la cassiera.
Quando s'alza la tela, donna Silvia fa gruppo con la Signora Rosa Mezzaluna, tipo caratteristico di vecchiotta provinciale perfettamente giù di moda, col cappellino spelacchiato e la borsetta di antica pelle sdruscita; la signorina Marcellina, sua nipote, graziosa giovinetta di diciotto anni, vestita con molto sfarzo, ma di gusto campagnolo; il Signor Gino Mezzalana, giovinottimo elegante, perfetto tipo di parvenu, sui vent'anni.
LA SIGNORA ROSA - Via Signora; accetti la commissione. Il suo papà (accennando al padre di Marcellina) dice "vi dò, dice, qualunque somma, ma voglio, dice, che la Marcellina, dice, sia elegante, dice, proprio come l'Amelia..." Lei conosce la mia cognata, l'Amelia. Si è sempre servita qui...
DONNA SILVIA - La Signora Mezzalana? Se la conosco!...
MARCELLINA - La mia matrigna non esalta che Lei, signora. A sentir lei, per vestirsi bene, non c'è che la sartoria della signora contessa...
DONNA SILVIA - (in fretta, rabbuiandosi un istante) Non mi chiami "contessa", signorina. (con cordialità) Lei è molto gentile (alla Signora Rosa) Tornando a noi... Occorrerà che io sappia a quale scopo dovrebbero poi servire tutti questi abiti: è un onomastico? E' un pranzo? Avverrà in campagna? In città?
GINO - (intervenendo con aria d'uomo che la sa lunga) Signora, dia retta a me. Lei deve fare a queste donne, tanti abiti, quanti possono essere i casi; Lei li prevede tutti. Non sbaglia: da mattina, da sera, da colazione, da pranzo, tutti. Quanto alla spesa, non pensi; fra poco sarà qui mio padre e paga tutto lui.
DONNA SILVIA - (ridendo) Non ci penso affatto!
GINO - E allora a cosa pensa?
DONNA SILVIA - (sempre ridendo) A tante altre cose... Al tempo! Quanto tempo ci concedono?
GINO - Niente. Niente. Vogliamo tutto subito. Abiti fatti. Loro (accennano alla zia e alla sorella) hanno bisogno di provare, di scegliere e di portar via. Lei faccia tante belle scatole e sopra ciascuna scriva: da colazione, da pranzo, da sera, in giardino... Mi capisce?
MARCELLINA - (scrollando il capo e vergognandosi per il fratello) Andiamo Gino... (a Donna Silvia) Mio fratello ha certe idee...
GINO - (di seguito senza badarle) Lo stesso, poi farà per la zia, intendiamoci! mio padre sostiene che le vecchie bisogna sempre vestirle meglio delle giovani.
MARCELLINA - Finiscila Gino. Lo perdoni, Signora. E' un ragazzaccio... Viene in città per le prime volte.
GINO - (rivolgendosi alla zia) Questo, vedi zia, è un abito da ballo che andrebbe benissimo per te. (a Donna Silvia) Glielo provi, signora. Così ridiamo...
MARCELLINA - (raggiungendo il fratello e parlandogli a bassa voce) Ma smettila Gino! Non capisci che siamo in un luogo fino, dove non si possono fare certi discorsi.
GINO - Ma che "non si possono fare". Paghiamo...
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