TOTO’ – MACARIO Lo spigolo… e la curva
Lo spigolo…
Antonio De Curtis ovverosia l’estetica della punta. Il primo ed unico bagno della sua vita fu sufficiente ad Archimede per intuire la legge dei solidi immersi nei liquidi, una mela in testa bastò a Newton per divinare la legge di gravità, una lucerna oscillante valse a Galileo la scoperta delle leggi del pendolo.
Serafino Begalli era un professore di fisica divorato dall’ambizione di entrare nei libri di testo legando il proprio nome a qualcosa di somigliante. Un giorno che era più distratto del solito, persuaso di varcare la soglia dell’Università Cattolica, entrò in un teatro.
Vide un pezzo di reticolato animato e impazzito che contorcendosi disegnava dei ghirigori unici composti esclusivamente di linee spezzate e di angoli acuti dai quali sprizzava un fluido misterioso che, colpendo gli spettatori, li faceva cadere in convulsioni.
Serafino Begalli balzò dalla sua poltrona gridando: “Eureka!”. Andò a casa, e in cinque minuti formulò la legge della elettricità delle punte. Poi scoperse che un suo collega l’aveva già inventata prima, assistendo per caso, alle contorsioni di un uomo serpente, e si suicidò appendendosi, colla cinghia dei pantaloni, ai ferri del letto.
Totò, l’umorismo dello spigolo.
… e la curva
Il buon uomo Erminio Macario ovverossia; l’estetica della curva.
L’anno fu il più terrificante per l’umanità, l’anno della Grande Crisi. L’intelligenza umana era mostruosamente cresciuta ma aveva proceduto in una sola direzione. Gli uomini avevano già inventato la linea retta, la forza centrifuga, le parallele, le rotaie del tram, il manico dell’ombrello (ma solo il manico) i fili del telegrafo, il parafulmine, la spada, la forchetta e tutte le cose dritte che si imparano ancora nei musei. Era una grande civiltà, ma una civiltà univoca. Più si inventava e più si stava scomodi, e a un certo punto non ci fu nulla più da inventare e fu allora che scoppiò la crisi della civiltà orizzontale, seguita da quella della pietra e del ferro.
Un giorno apparve per le strade (tutte dritte) una cosa strana, mai vista prima e che sovvertiva tutto lo scibile conosciuto. Forma, movimenti, lineamenti, organi, espressioni e perfino i pensieri erano la negazione della retta.
Fu subito catturata e portata nei laboratori degli scienziati. Il giorno dopo la Grande Crisi era finita. Gli uomini avevano scoperto la sfera e la forza centrifuga.
In poco tempo tutto il già inventato ebbe un senso e una scopo. Nacquero le ruote, i cucchiai, le palle di gomma per i bambini e il gioco del calcio per gli adulti, l’Arco di Costantino, la cupola di San Pietro, la bomba atomica e i manici degli ombrelli ebbero la loro calotta. L’Umanità era salva. Cominciava una nuova civiltà.
Macario: l’umorismo della curva.
Carlo Terron