Felicien Marceau – LA PROVA DEL QUATTRO in scena al Teatro Odeon di Milano
16 novembre 1965 - Compagnia di Gabriele Ferzetti presenta:
LA PROVA DEL QUATTRO di Felician Marceau
Titolo originale: La Preuve par quatre
Traduzione: Elena Reina
Personaggi e interpreti:
Addolorata, cameriera MARIA GRAZIA LAZZERI - Arthur Darras GABRIELEE FERZETTI - Caroline, sua moglie PAOLA DAPINO - l'Agente di Polizia ALDO CAPODAGLIO - il Tale CORRADO OLMI - la Segretaria CRISTINA MASCITELLI - il Pompiere ALDO CAPODAGLIO - Schmalzigaug CORRADO OLMI - Edouard Champlon FRANCESCO MULE’ - Babbo Natale MARCO MARIANI - Il Padre di Arthur ALDO CAPODAGLIO - la Madre di Arthur RINA PINZAUTI - Suzon FULVIA GASSER - Luisa RINA PINZAUTI - Noemi MARIA GRAZIA LAZZERI – Lulù FULVIA GASSER - Jacqueline PAILA PAVESE - il Padre di Lulù CORRADO OLMI - la Signora Maillard DINA SASSOLI.
Primo tempo Il fondale rappresenta Parigi, ma una Parigi decisamente moderna: edifici enormi, grandi archi, In primo piano, uno spogliatoio con armadi a muro. Una dozzina di porte, identiche, di cui alcune si aprono sugli armadi, altre sulle stanze vicine. A destra, un mobile-toilette con un puff. Sulla sinistra, una poltrona. In mezzo, un tavolino basso. All'alzarsi del sipario la scena è vuota. Tra le quinte si sente il rumore di un rasoio elettrico e la voce di Arthur che canticchia uno canzone. Da sinistra entra Addolorata, portando il vassoio della colazione. Esita, apre una delle porte in fondo: è un armadio. Bussa a un'altra porta.
VOCE DI ARTHUR - Cosa c'è?
ADDOLORATA (con accento romagnolo) - Sono io, signore.
VOCE DI ARTHUR - Non lo mettevo in dubbio. Ma chi io?
ADDOLORATA - Addolorata.
VOCE DI ARTHUR - Chi?
ADDOLORATA - Addolorata. Che sarei poi la nuova cameriera. (Bussa ancora) Sono le 8. Devo svegliare il signore.
VOCE DI ARTHUR - Sono già sveglio!
ADDOLORATA - Non potevo saperlo. Sono qui da ieri. (Constatandone l’evidenza) Eh! (Apre la porta, ridendo) Oh, il signore è tutto nudo! (Niente affatto turbata, guarda intenerita, scuotendo la testa).
VOCE DI ARTHUR (furioso) - Ma chiudi questa porta!
ADDOLORATA - Va bene, va bene. Cosa ne potevo sapere io. (Chiude la porta e va a posare il vassoio sul tavolino) Quante storie! (Verso la porta) Eh, signore, non deve mica preoccuparsi.
VOCE Dr ARTHUR - Cosa?
ADDOLORATA - Dico che il signore non deve preoccuparsi. Prima lavoravo in una clinica. Ho fatto l'abitudine agli spettacoli disgustosi. (Entra Arthur con la giacca in mano)
ARTHUR (mostrando il collo della camicia) - Naturalmente è saltato il bottone. Me lo puoi riattaccare?
ADDOLORATA - Subito, signore. (Sulla toilette prende un ago, un po' di filo, ma non riesce a infilarlo, batte col piede per terra) Madonna! Accidenti! Porca miseria!
ARTHUR - Cosa?
ADDOLORATA - Niente. Voglio dire che mi scappa la pazienza. (Anche Arthur si spazientisce, guarda l’orologio. Finalmente Addolorata torna verso di lui) Sono contenta di fare la conoscenza del signore. (Tendendo la mano) Piacere...
ARTHUR - Anch'io. (Addolorata si mette a cucire) Ahi, il mio collo!
ADDOLORATA (con una risata allegra) - Eh signore, è un po' delicatino, eh?
ARTHUR - Si, un po'... Sei italiana?
ADDOLORATA (con convinzione) - Oh no, signore!
ARTHUR - Ah no? E di dove allora?
ADDOLORATA - Di San Marino, signore.
ARTHUR - Effettivamente, questo cambia tutto... sai rispondere al telefono, almeno?
ADDOLORATA - Ah, signore, ha fatto bene a ricordarmelo. Ieri sera c'è stato un signore che ha telefonato... Una cosa urgente... Lo deve chiamare. Ho scritto qui il suo nome, (Dalla tasca del grembiule estrae un pezzetto di carta)
ARTHUR (leggendo) - Baretti... Baretti, sei sicura?
ADDOLORATA - Ah, me l'ha ripetuto lettera per lettera.
ARTHUR - Non conosco nessun Baretti. Non sarà stato alle volte Schmalzigaug?
ADDOLORATA (smettendo di cucire per ascoltare) – Come ha detto?
ADDOLORATA (esultante) - Si, proprio quello! Come l'ha indovinato bene, il signore.
ARTHUR - Perché hai scritto Baretti allora?
ADDOLORATA - Mi veniva meglio. Aspetti che prendo le forbici.
ARTHUR - E tu speri di trovare un paio di forbici?
ADDOLORATA - Perché? Non ce ne sono?
ARTHUR (mentre Addolorata cerca) - Sono vent'anni che io, in questa casa, cerco un paio di forbici. Ne ho perfino comprate io stesso. Ci ho attaccato dei nastri di due metri, le ho appese in bagno. Niente da fare. Scompaiono. È uno dei misteri della vita moderna, questo.
ADDOLORATA - Non le trovo proprio.
ARTHUR - Te l'avevo detto.
ADDOLORATA - Venga qui... Faccio coi denti... (Fa chinare Arthur verso di lei. Mentre sono in questo atteggiamento, entra Caroline dalla destra)
CAROLINE – Arthur!!!
...
…
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