POSIE MOTTI E PENSIERI
L'artista che si lode mai fu degno, chiama fortuna il merito e l'ingegno.
Gioia e dolore, è ver, l'artista prova, ma ingrato più del pubblico non trova.
Stampate a grandi lettere il nome di un attore, che non vi sa commuovere, né ridere vi fa. Purché gli si fa credere ch'è artista di valore, ciò che di paga merita, ne accetta la metà.
Arte non fa chi non è ben diretto, arte non fa chi recita a soggetto
La claque, la reclame e il giornalista non hanno mai creato un grande artista.
L'artista in gioventù viene acclamato, ma vecchio è, spesse volte, abbandonato. Di un'opera fischiata, l'autor non dirà mai che l'opera è sbagliata, Dice all'amico: “Sai, me l'hanno assassinata gli artisti che trovai”.
E un altro, ancor più matto dirà che il suo lavoro non fu capito affatto, la colpa danno al pubblico, che male giudicò. E non vorrà comprendere che quanto si dà un'opera, è quegli il solo giudice che mai sbagliare può.
Hanno le attrici, quasi in maggioranza, l'invidia, la superbia e l’ignoranza.
Nessun maestro o libro ha la potenza d'insegnar bene quanto l’esperienza. Da lungi, il palcoscenico ognun crede che sia.
Chi vuole il nome grande al cartellone, quando va sulla scena è un gran minchione.
In arte, quando un comico lungi dal palcoscenico fa ridere la gente, certo un attor valente ognun lo crederà. Ma spesso allor che recita ei non sarà più lepido, e non farà più ridere a chi l'ascolterà.
Spesse volte un attore, che si trova parecchio tempo senza lavorare, offrendogli scrittura, non gli giova se il ruolo non è quello che vuol fare. E pur se lo vorranno pagar bene, ei non accetterà, non gli conviene. Se poca poi sarà la sua mercede, non ci fa caso e accetta quel contratto, purché, stampato, al cartellone vede il nome grande con il suo ritratto ed anche, se non mangia, sarà lieto purché faccia Sansone, Oreste e Amleto!
Chi ne sa meno d'arte in un giornale è, spesse volte, il critico teatrale. Se qualche attore ha bene cominciato, da lui, con falsa lode, è rovinato.
Perché credendo già d'essere cima, non studia più come faceva prima; e, per l'asinità di un giornalista, si perde l'avvenire di un artista!
Vorrei trovare un comico che sia modesto assai, che non parlasse mai quando si prova.
Che, per vedere il pubblico dei buchi non farà, perché rovinerà la scena nuova.
Che la sua parte reciti sempre d'uguale umor, con zelo e con amor tutte le sere.
Che pure litigandosi per fatti d'interesse, tranquillo poi facesse il suo dovere.
Che ben comprenda e subito la parte da imparare, che mi dovrà mancare alla bussata.
Che, recitando, inutili parole non dirà per ottener, chi sa, qualche risata.
Che non chiedesse anticipo, allor che si scrittura e che abbia molta cura a ben vestire.
A chi mi trova un comico così, come lo vò, io lo compenserò con mille lire.
Chi alle scene si dà, perché suppone che studio non ci vuole, allor lascia le scuole e lascia ogni altro affetto, cercando di trovar gusto e diletto. Ma s'illude perché la scena inganna e Io condanna a misera mercede.
Lo scaccia, non perdona quando al piacere soltanto s'abbandona. La scena vuole studio e vuol costanza e allor che ciò non trova, quella speranza è inutile e non giova, anzi, certo rovina chi per solo diletto l'avvicina.
La gelosia dell'arte è cosa tale che non si può spiegar, né si comprende. Pel troppo amor, l’amante il suo rivale sfida con grande orgoglio e si difende, La vita o pur la morte deciderà, di questi due, la sorte.
Sulle scene, tal volta, è un'altra cosa: essa è vile, malvagia e traditrice, non si fa mai veder, si tiene ascosa. Ha l'odio per rivale e non lo dice. La morte non mai sfida, perché ne ha gran timor, non sene fida. Con la calunnia sola e l'ironia si batte e ammazza pur la gelosia.
Vai ripetendo ognor che in arte sei l'attor, che tutto sai. Che ti fai sempre onor, e il mamo o il traditor fai bene assai. Ma come giudicar ti posso, per pagar quello che vai? Non ti conosco ancor né so il tuo gran valor, che, certo avrai. Ma prova mi puoi dar di bene saper far l'arte che fai: Soltanto in una farsa, e non dovrai parlar, la parte ti vo dar d'una comparsa. Che, fermo, sulle scene stia per pochi momenti e nel veder che avviene faccia commenti. Quanto compiuto avrai ciò che da te vorrei, io ti dirò che fai e ti dirò chi sei.
In arte troverete che spesso qualche attore non ami aver l'onore di recitar con buona compagnia che di scuola gli sia, che reciti con zelo e con passione, e preferisca star nel barraccone. Dove non cura affatto né il trucco, né il vestire. Dove si può ben dire tutto ciò che si vuole improvvisare e senza mai studiare. Costui, quando lavora, in ogni parte calpesta sempre e fa vergogna all'arte.
Colui, che sulla scena non cura il trucco e non cura il vestire, si può ben definire un saltimbanco appena.
Chi è che critica sempre un lavoro o un artista? Quel comico che entra gratis in teatro.
Un grande artista si crede sempre o eguale o inferiore ai suoi colleghi.
L'attore, che recita la sua parte, svogliato e senza interesse, è un ladro.
Un buon artista deve rispettare e sentire i consigli del suo direttore, chiunque esso sia.
da "Poesie Motti e Pensieri" di EDUARDO SCARPETTA (anno 1923)