Teatro Nazionale e Milano Aperta presentano:
Alvin Aley (1987)
Interpreti: Compagnia Alvin Ailey American Dance Theater
Direzione Artistica: Alvin Ailey
Alvin Ailey
Programma di sala (pagine 24)
- Alvin Aley ed è sempre rivelazione (Alfio Agostini)
- Il programma delle cinque serate
- Il Cast sera per sera
- Alvin Ailey: l'impegno (Vittoria Ottolenghi)
- Fotografie
L'Alvin Ailey Dance Theater è l'unica grande compagnia “nera” esistente, espressione e strumento dell'unica grande opera coreografica essenzialmente “nera”. Certo, nella danza internazionale gli artisti di colore non si contano più; e c’è addirittura un altro importante complesso tutto di neri, lo Harlem Ballet di Arthur Mitchell; ma, per stile e repertorio, non sarebbe in fondo diverso se fosse composto da bianchi, o magari da giapponesi. La creatura di Alvin Ailey è un’altra cosa: è la realizzazione geniale e toccante del sogno, al quale egli si dedicò dal 1958, di dare una danza teatrale moderna alla cultura e all'anima nero-americane. Alvin Ailey è nato a Rogers, nel Texas, il 5 gennaio 1931. Da bambino frequentò la scuola della Chiesa Battista, che avrebbe lasciato un segno profondo nella sua formazione spirituale. A 12 anni, a Los Angeles, scoprì la danza vedendo la compagnia del “Ballet Russe de Monte Carlo” e soprattutto quella di Katherine Dunham, la cui ispirazione intimamente afro-americana lo colpì al punto da segnare già con chiarezza il suo destino. Per tutta la vita Ailey ha riconosciuto infatti in Katherine Dunham la sua vera madre spirituale; ed è proprio nelle serate a Milano di questi giorni che egli ha deciso di presentare in anteprima uno spettacolo da lungo tempo sognato ed elaborato in omaggio alla Dunham. Lo studio vero della danza si compì tuttavia, per Ailey, con Hanya Holm, Anna Sokolova, Karel Skook e Doris Humphrey, nelle varie discipline accademiche e moderne che egli avrebbe fuso in maniera personalissima nella sua opera coreografica. Come danzatore, la sua carriera prende l’avvio nella compagnia di Lester Horton, altro suo grande riconosciuto maestro di stile e d’ispirazione. Lasciata la compagnia per studiare alle università di Los Angeles e di San Francisco, vi torna nel 1953, alla morte di Lester Horton, in veste di direttore artistico e di debuttante coreografo. Lavora poi in alcuni musicals di Broadway e come attore in diversi spettacoli a New York, prima di fondare il primo nucleo di una sua compagnia, con la quale presenta Carmen Jones, Dark of the Moon e African Holiday; nel 1958 il gruppo prende il nome di “Alvin Ailey American Dance Theater”, destinato a divenire negli anni successivi una delle più importanti e celebri compagnie americane, nota nel mondo intero grazie alle frequenti tournée ed insignita, col suo creatore, dei massimi riconoscimenti artistici negli USA e nel mondo. Ad essa si è affiancata nel 1970 una grande scuola, che col nome di “American Dance Center” assicura la vita e la continuità artistica della compagnia e dell'opera di Alvin Ailey.
Tra i titoli creati da Ailey per il suo complesso in questi quasi trent’anni di intensa attività sono da ricordare almeno Blues Suite (1958), il celeberrimo Revelations (1960), Myth (1971), Cry ( 1971), The Lark Ascending (1972), Night Creature (1975), Pas de Duke (1976), Memoria (1979), The River (1981), Isba (1983), For Bird, with Love (1984), Caverna Magica (1986).
ALFIO AGOSTINI