"LU.NE." Produzione teatrale presenta:
Sentimentàl (1988)
Di Pietro Favari
- Interpreti: Cochi Ponzoni, Aurora Cancian, Giulio Farnese
- Musiche: Ugo Gregoretti
- Coreografie: Antonio Scarafino
- Scene e costumi: Luigi Perego
- Regia: Ugo Gregoretti
1. Ponzoni 2. Cancian 3. Farnese 4/5/6. Sentimntàl 7. Gregoretti
Programma di sala (pagine 20)
- Introduzione (Pietro Favari)
- Le canzoni e la regia (Ugo Gregoretti)
- Scritti (F.T. Marinetti 1920 - 1947 Orio Vergani)
- Scritti (Leopoldo Zurlo 1952 - Giovanni Testori 1959)
- Il cast
- Fotografie di Tommaso Le Pera
Davvero sarebbero ancora le gambe di Lola-Lola la causa della degradazione morale e della rovina dell'irreprensibile prof. Rath? I tempi sono cambiati ed è più probabile che cambierebbe di senso anche la seduzione della ballerina nei confronti del professore: sarebbe la tentazione della cultura a far perdere la testa (e l'innocenza) a Lola-Lola. Povera Lola, adescata, lusingata e poi compromessa da qualche libero docente libertino (magari del Dams) che le sussurra all'orecchio parole difficili, ma così suggestive; che la irretisce facendole intravvedere il recupero socio-culturale, strutturale, semiologico, linguistico e meta-linguistico di brutali sketch, di balletti scalcinati, di canzoncine a doppio senso e postribolari. Di tutto quello, insomma, di cui la soubrette Lola si è sempre vergognata. Ora però il professore riesce a convincerla che si puo fare cultura anche dimenando il culo sulla passerella di qualche teatro d'avanspettacolo. E questo, qualche anno fa, andava sotto il nome - sia detto con ironia - di "recupero delle pratiche basse della cultura". Sentimentàl è una storia d'amore infelice (ebbene sì!) non molto diversa da quelle raccontate dai vecchi fotoromanzi, e prima ancora dai romanzi d'appendice: Lui e Lei si amano malgrado le differenze di classe che li separano. Qui invece Ia differenza di livello è tra cultura e sotto-cultura, ma sempre di Cenerentola e del Principe Azzurro si tratta. O di Pigmalione e Galatea, se si preferisce. Ahimè, oggi ci si vergogna a raccontare soltanto una storia d'amore, se non c'è almeno un po' di sesso dietro a cui nascondere pudicamente i sentimenti altrimenti esibiti hard core (o meglio, hard cuore). Anche in Sentimentàl, per restare fedeli ai titolo, i sentimenti ci sono, preferiscono però celarsi non dietro al sesso ma (più perversamente) dietro al pretesto di un recupero culturale: quello dell'avanspettacolo. "Music-hall, not poetry, is a criticism of life" scriveva James Joyce (come si fa a resistere alla tentazione di una simile citazione?) e I'avanspettacolo, che con un po' di indulgenza è il nostro music-hall, infatti rivela di un'epoca i gusti, i comportamenti, le abitudini, il fascino; forse più della letteratura e del teatro "nobili" e dei libri di storia, ancorato com'è - il music-hall o I'avanspettacolo - alla realtà quotidiana che riproduce con il tratto poco approfondito ma graffiante di un'amabile caricatura. Questa capacità di diventare criticism, analisi critica della vita, è il pregio e insieme il limite di questo teatro, legato spesso a personaggi e abitudini dimenticati. Resta intatta, invece, la validità di certi meccanismi comici che sembrano funzionare sempre. Questi meccanismi comici Sentimentàl li ripropone, reinventandoli liberamente, aggiornandoli in alcuni casi, lasciandoli ricoperti della patina del tempo, in altri; sperando di ingannarvi e di farvi dimenticare che invece si tratta di una vera storia d'amore.
PIETRO FAVARI