Teatro dell'Opera di Roma presenta:
Giselle (1972)
Balletto in due atti di Théophlile Gautier e Vernoy de Sanit-Georges - Musica di Adolphe Adam
- Interpreti principali: Carla Fracci (Giselle) Vladimir Vassiliev (Albrecht) Alfredo Rainò (Hilarion) Maria Cristina Latini (Myrtha) Maddalena Platania (Berthe) Loretta Savina (Bathilde)
- Maestro Concertatore: Carlo Frajese
- Realizzatore Coreografia: Zarko Prebil
- Scene: Camillo Parravicini
- Costumi: Mario Giorsi
Programma di sala (pagine 48)
- La favola del ballo romantico (Fedele D'Amico)
- Discografia (Carlo Marinelli)
- Bozzetti dei costumi
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
"Giselle" la favola del ballo romantico
Sfogliando nel 1841 l'edizione francese dell'Ueber Deutschland di Heine, al capitolo sugli "spiriti elementari" Théophile Gautier s'imbatté in questo passo; e n'ebbe subito il suggerimento a trarne un balletto. A trasformare lo spunto in un soggetto vero e proprio, fornendo alle imprese delle Villi il necessario antefatto, Gautier pensò dapprima a sfruttare una poesia delle Orientales di Vietor Hugo: quella intitolata Fantomes, che parla di una ragazza uccisa dal freddo dell'alba, all'uscita da un ballo. Ma presto su questa soluzione ebbe dei dubbi, non sappiamo se prima o dopo aver chiesto collaborazione a Saint-Georges. Certo è che, poeta e romanziere, del teatro il trentenne Gautier aveva soltanto esperienza di spettatore e chroniqueur, non di autore; mentre Jules Henri Vernoy, marchese di Saint-Georges (1871-75), la sapeva molto lunga in proposito, avendo già lavorato come librettista ad una decina di libretti d'opera o d'opéra-comique, e a due balletti di Mazilier che avevano avuto gran successo, La Gipsy e Le Diable amoureux. Nell'incontro il progetto vittorughiano di Gautier cadde, povero com'era di azione teatrale, e un prim'atto del tutto diverso nacque, che fu pura invenzione di Saint-Georges; mentre nel secondo è possibile scorgere soprattutto la mano del poeta romantico. Della musica fu incaricato Adolphe Adam (1803-56); che non aveva ancora scritto Si j'étais roi!, ma aveva avuto il suo gran successo con Le postillon de Longjumeau (1836), ed era perciò sulla cresta dell'onda. Compositore velocissimo (nei ventisette anni della sua carriera teatrale, musiche strumentali a parte, trovò modo di comporre le partiture di quarantuno opéras-comiques e di tredici balletti) Adam sbrigò il suo compito in pochi giorni: una settimana, è detto in un luogo delle sue Memorie, tre in altro; mentre Gautier asserisce che, ricevuto il libretto, "au bout de la semaine Adolphe Adam avait improvisé la musique". Giselle andò in scena all'Opéra il 28 giugno 1841 nella coreografia firmata da Coralli, protagonista Carlotta Grisi (che quel giorno compiva ventidue anni), interpreti principali Licien Petipa (Albrecht), Simon (Hilarion), Adèle Dumilatre (Myrtha) e la Forster (Bathilde). Ed ebbe enorme successo, che immediatamente echeggiò nella moda parigina (dove si lanciarono un fiore Giselle, una seta Giselle), provocò imitazioni nel teatro drammatico e nell'opera lirica; e, ciò che più importa, attraverso varie vicende è arrivato sino ad oggi, estendendosi, negli ultimi anni, a ogni paese in cui si pratichi il balletto fondato sulla danza accademica. Già nel marzo 1842 Giselle si dava a Londra, con la Grisi, nel dicembre a Pietroburgo con la Andrejanova quindi (gennaio '43) con Lucile Grahn (ottobre '48), con Fanny Elssler e (ottobre '50) con la Grisi; mentre alla Scala, nel '43, se ne dette una versione, evidentemente assai alterata, recante la firma di N. Bajetti per la musica e di Antonio Cortesi per la coreografia. A Parigi, suo luogo di nascita, fu ripresa in ogni stagione fino al '51, poi dal '63 al '68, per poi scomparire dal repertorio. Ma ci fu un teatro che dal repertorio non la tolse mai, e fu il Mariinskij di Pietroburgo; è dalla sua tradizione ininterrotta che Diaghilew riprese la coreografia di Giselle nella sua compagnia dei Ballets Russes, anno 1911, per rilanciarla in tutta Europa e in America. Oggi Giselle è in repertorio, si può dire, dappertutto; ed è la più antica coreografia che, seppure con alterazioni, sia pervenuta fino a noi (è vero che la Silfide di Bournonville è del 1836, ma l'autenticità della coreografia che ne conosciamo oggi è assai discutibile)...
FEDELE D'AMICO
Nelle fotografie i figurini di Mario Giorsi