Teatro Massimo Bellini di Catania presenta:
I Vespri siciliani (1961)
Dramma in tre atti e 6 quadri di Eugenio Scribe e Carlo Duveyrier - Musica di Giuseppe Verdi
- Interpreti principali: Giangiacomo Guelfi (Guido di Monforte) Margherita Roberti (Elena) Pier Miranda Ferraro (Arrigo) Plinio Clabassi (Giovanni da Procida) Genja Las (Ninetta) Primi ballerini: Carla Micheli - Pepe Urbani
- Maestro Concertatore: Oliviero De Fabritiis
- Regia: Carlo Piccinato
- Maestro del coro: Roberto Benaglio
- Coreografie: Ria Teresa Legnani
- Scene: Gino Morici
- Costumi: Emma Calderini
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- 1.Guelfi 2.Roberti 3.Ferraro 4.Clabassi 5.Las 6.De Fabritiis 7.Piccinato 8.Legnani
Programma di sala (pagine 40)
- La stagione 1961
- Opera d'italianità (Franco Abbiati)
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
L'Argomento
ATTO I - Quadro I - Tebaldo e Roberto, assieme ad altri soldati francesi, siedono intorno ad un tavolo davanti alla caserma, bevendo e beffeggiando i siciliani che li guardano con rancore. Roberto brillo, si fa incontro al Sire di Bethune e al Conte Vaudemont, ai quali vanta i suoi successi amorosi. Diretta al suo palazzo, attraversa la piazza la duchessa Elena, accompagnata da Ninetta e Danieli. Bethune e Vaudemont, dopo averla salutata, rientrano in caserma. Ma Roberto si avvicina alla duchessa - che si è nel frattempo intrattenuta con un gruppo di popolani - imponendole di cantare le lodi dei francesi. Elena, fra lo stupore dei concittadini, accetta, ma le sue parole finiscono col diventare un incitamento alla ribellione contro lo straniero. I siciliani si lanciano contro i francesi, ma l'apparire del temuto governatore, Guido di Monforte, li disperde. Sopraggiunge Arrigo, che comunica ad Elena di essere stato assolto nel processo intentatogli per ribellione ai francesi. Arrigo rimane solo con Monforte e questi tenta di persuaderlo a passare al proprio servizio, minacciandolo di morte se continuerà ad amare Elena. Ma il giovane risponde con fierezza, e sfidando il divieto di Monforte, entra nel palazzo della duchessa.
Quadro II - Approda Giovanni da Procida. A Manfredi e ad altri congiurati, egli impartisce disposizioni per la rivolta. Incontrando Elena e Arrigo annuncia loro di aver ricevuto promesse di aiuto da Pietro d'Aragona a condizione che la Sicilia insorga compatta e unanime. AIlontanatosi Procida, Elena e Arrigo si scambiano promesse d'amore: li interrompe Bethune, latore di un invito del governatore ad Arrigo; avutone un rifiuto, Bethune lo fa arrestare. Un gruppo di giovani discende dalle colline: si festeggiano alcune ragazze che vanno a nozze. Procida, suggerisce ai soldati francesi di rapirle ed Elena e Procida incitano i siciliani a vendicare l'oltraggio patito. Il canto dei francesi che si avviano alla festa in casa del governatore, suggerisce ai patrioti l'idea della congiura.
ATTO II - Quadro I - Monforte, legge una lettera, scritta in punto di morte da una donna con la quale ebbe relazione apprendendo così che Arrigo è il proprio figlio. Entra Bethune che conduce Arrigo e Monforte rivela ad Arrigo di essergli padre. Il giovane è combattuto tra l'amore filiale e l'amor di patria, ma quest' ultimo ha il sopravvento.
Quadro II - A una festa si rappresenta il ballo delle "Quattro stagioni". Assistono, mascherati anche Elena e Procida che confidano ad Arrigo il piano dei congiurati di sopprimere, a un cenno convenuto, Monforte e quanti francesi partecipano alla serata. Arrigo esorta il padre a salvarsi, ma è già tardi, perchè i congiurati lo circondano ed egli cadrebbe sotto il pugnale di Elena, se Arrigo stesso non gli facesse scudo con il proprio corpo. Procida, Elena e i siciliani sono convinti di essere stati traditi da Arrigo, per cui imprigionati per ordine di Monforte, respingono con disprezzo l'offerta di Arrigo di condividere la loro sorte.
ATTO III - Quadro I - Arrigo munito di un lasciapassare di Monforte, vuole vedere i prigionieri. Ha un colloquio con Elena, alla quale giustifica il suo gesto svelando che Monforte è il proprio padre. Poi Procida informa Elena che la nave aragonese, carica di oro e di armi per i siciliani, è in arrivo, ma teme un nuovo tradimento di Arrigo. Questi, invece, ha ormai deciso: chiederà a Monforte di risparmiare i condannati o morirà con loro. In Monforte, infatti, la generosità e il sentimento paterno prevalgono: sospende le esecuzioni capitali dei ribelli e, inoltre, proclama che per suggellare la pacificazione tra siciliani e francesi unirà in matrimonio Elena e il proprio figlio.
Quadro II - Cori di cavalieri e giovani donne inneggiano alle nozze di Elena e Arrigo. Ma Procida non ha disarmato: le campane che daranno l'annuncio del rito nuziale segneranno l'inizio del massacro dei francesi. Elena ne rimane inorridita: Arrigo si avvede della sua inquietudine e la supplica di dirgliene la causa. Alla fine, Elena, implacabilmente suggestionata da Procida, che le evoca il ricordo del fratello trucidato dai francesi, risolve per il sacrificio rinunciando ad Arrigo. Monforte non la ritiene una decisione sincera e definitiva, e vuole affrettare la cerimonia. Un estremo disperato tentativo di Elena non salva Monforte. Procida dà il segnale delle campane e subito, alla testa dei siciliani, si avventa sui francesi. La rivolta divampa rapida.