Teatro Comunale di Bologna presenta:
Il cordovano (1966)
Opera in un atto (da un entremese di Miguel de Cervantes Saavedra). Musica di Goffredo Petrassi
- Interpreti: Edda Vincenzi (Donna Lorenza) Giorgio Tadeo (Cannizzares) Emilia Ravaglia (Cristina sua nipote) Rena Garazioti (Hortigosa la vicina) Paride Venturi (Compare) Gianfranco Casarini (Guardia)
- Maestro Concertatore: Bruno Rigacci
- Regia: Carlo Piccinato
- Maestro del coro: Gaetano Riccitelli
- Coreografie: Carlo Faraboni
1. Vincenzi 2. Tadeo 3. Ravaglia 4. Garazioti 5. Venturi 6. Casarini 7. Rigacci 8. Riccitelli
Programma di sala (pagine 140)
- Prima rappresentazione 15 dicembre 1966
- La Stagione Lirica 1966/67
- I singoli spettacoli
- Il cordovano - argomento - Interpreti
- Fotografie
L'argomento
Il ricchissimo Cannizares ha settant'anni e Donna Lorenza, sua moglìe. ne ha venti. Comprensibili, dunque, le inquietudini di costei. Ma a donarle qualche conforto provvede la nipote Cristina, La quale chiama a soccorso una vicina di casa, Hortigosa, una mezzana che sa il fatto suo, affinché procuri a Donna Lorenza un amante "bello come una giuggiola primaticcia e galante, ben vestito, un po' arrischiatello e soprattutto giovane". Tutto si combina abbastanza presto. Ed ecco Hortigosa presentarsi al gelosissimo Cannizares col pretesto di vendergli un enorme tappeto cordovano che si trascina dietro arrotorlato, sul quale sono dipinti Rodomonte, Mandricardo, Ruggero e Gradasso. Nel cordovano è ravvolto il giovane desiderato da Donna Lorenza, e basta che il tappeto sia levato e spiegato perché egli scivoli fuori senza esser visto e vada ad inflarsi di corsa nella camera della sposina smaniosa. La vendita del tappeto non si conclude perché Cannizares non vuole in casa tappeti con figure maschili; ma tanto serve a che Lorenza finga I'indignazione per l'accoglienza ftta a Hortigoia, e si ritiri in camera sbarrando la porra. E di lì spingerà la faccia tosta fino a stornellare a gran voce, come se fngesse, la sua soddisfazione: "Ah, Cristianuccia. Se sapessi che amoroso m'ha mandato ia mia buona sorte! Giovane, bruno, e con la bocca che sa di fior d'arancio". G1i accenti di Donna Lorenza sembrano così sinceri che a un certo punto Cannizares vorrà constatare di persona se la moglie scherzi o faccia sul sefio. Ma Lorenza, nell'atto di spalancare la porta, gli rovescia in faccia un catino pieno, sì che Cannizares accecato non vede il giovane amante che se la squaglia. Gran chiasso. Dalla strada sale gente. C'è una guardia, c'è Hortigosa che fa finta di niente, ci sono musici e ballerini che si trovavano là vicino, dicono "Per un matrimonio". Celebreranno tut1i, ora. la riappacificazlone degli sposi.