The Boston Ballet presenta:
Il lago dei cigni (1982)
Musica di Piotr I. Ciaikovskij
- Interpreti principali: Rudolf Nureyev (Sigfrido) Elaine Bauer (Odette - Odile) Ron Cunningham (Wolfgang) Devon Carney (Benno) - The Boston Ballet
- Maestro Concertatore: David Commanday
- Coreografia: Violette Verdy - Bruce Welles
- Coreografie aggiuntive: Nureyev, Petita-Ivanov
- Scene e Costumi: Julia Trevelyan Oman - R.D.I.
- Fondatrice e Direttrice Compagnia: Virginia Williams
Link Wikipedia
- 1.Nureyev 2.Bauer 3.Verdy 4.Williams
Programma di sala (pagine 32)
- The Boston Ballet 1982/83
- Nureyev e il lago dei cigni (Mario Pasi)
- Rudolf Nureyev
- Il Boston Ballet
- Fotografie
"Nureyev" e Il lago dei cigni
Rudolf Nureyev torna a Milano, con una compagnia americana, il Boston Ballet, e con un classico immortale del balletto, Il Lago dei cigni. Ed è un ritorno che fa sempre avvenimento, non solo perchè l'amore del pubblico per questo artista non si è mai appannato, ma anche perchè, da vent'anni a questa parte, ogni sua apparizione ha significato qualcosa di diverso dalla routine, dalla tranquillità, dalla consuetudine. Da quando Nureyev ha scelto l'Occidente - e ciò avvenne nel 1961, nel corso di una tournée del Kirov di Leningrado a Parigi e Londra - molto è cambiato nel mondo della danza; egli è stato il ballerino che ha rinnovato il nostro gusto e ci ha riconciliati con la bravura e la novità. E’ entrato sulle nostre scene, dove qualcuno come lui certo era atteso, spazzando via ogni mediocrità. Si deve a Nureyev il bene e il male di un divismo esasperato, naturalmente, e al tempo stesso il recupero del grande spettacolo. In un periodo in cui l'opera lirica era al massimo splendore vocale e artistico (era la fine, o il tramonto, dell'era Callas) Nureyev spostò le lancette dell'orologio sul balletto. Che rinacque nel cuore del pubblico in modo spontaneo e miracoloso, per giungere alle quantità di oggi, ovvero a un primato fra learti sceniche. Chi ricorda le prime volte a Milano, in Italia, di Nureyev (con il Royal Ballet, con la Scala e via via con tanti altri Corpi di Ballo) ha presente il calore incandescente delle accoglienze, degli applausi, delle follie e degli incanti. Con lui è iniziato un mondo nuovo, lo possiamo dire: è stato ristabilito il repertorio, e si sono aperte le strade giuste per accogliere esperienze diverse. Ciò è particolarmente vero per l'Italia, che aveva perduto per via le sue tradizioni lontane, e che non era stata al passo dei tempi, durante i grandi rivolgimenti del nostro secolo. L'uomo che veniva dalla Russia portava con sé un fenomenale bagaglio tecnico, uno stile sconosciuto o dimenticato, e sopra ogni cosa una personalità artistica dirompente. Si parlò, come in tempi lontani, di genio e sregolatezza: più giusto sarebbe stato dire che non c'era più posto per l'ovvio, e per la ripetizione dell'inutile. E allora abbiamo imparato ad ammirare di nuovo le Belle Addormentate e gli Schiaccianoci, i Don Chisciotte e appunto il Lago dei cigni. Abbiamo ritrovato il ballerino virtuoso, accanto alla prima ballerina. Il cuore degli italiani si divise fra Rudolf e Carla Fracci, e nuovi talenti uscirono alla luce, per proseguire tali esperienze e per provare al mondo e a sé stessi la bellezza dell'arte della danza che oggi è la più moderna e la più libera, e la più comprensibile. Forse quando Nureyev deciderà di uscire dalla scena, l'ambiente che con la sua presenza ha saputo animare, sarà diverso ai nostri occhi. E’ Probabile che l'epoca dei grandi interpreti, che egli ha così bene interpretato, sia terminata. Ma resterà il segno di una presenza, sempre e comunque, tale da non lasciare dormire l'intelligenza e la sensibilità. E’ anche possibile che altri stili, altri modi di fare balletto, si rivelino più moderni, più vicini alle giovani generazioni. Ma nessuno potrà mai negare a Nureyev e a coloro che hanno vissuto con lui questa . meravigliosa avventura il primato e l'onore di avere ridestato per sempre la Bella che dormiva dentro di noi. Nato nel 1936, Nureyev è un prodigio di durata: e una mostruosa macchina di lavoro. Egli ha danzato migliaia di volte, in tutto il mondo, instancabile e indomabile. È vero che per lui la danza è vita, oppure la più bella delle malattie. Ma è un modo di vivere che si perpetua nell'affetto degli altri, e nella gioia di chi se ne fa interprete. Nureyev ha molto donato e molto ricevuto, e il suo successo è stato sempre all'altezza del suo desiderio di concedersi al prossimo. Il Lago dei cigni è un balletto amatissimo, e certo uno dei più popolari. E’ stato il primo ingresso di Piotri Ciaikovski nel mondo della danza, un ingresso del tutto sfortunato, come tutti sanno. Il compositore russo ci ha lasciato una trilogia fondamentale, con La bella addormentata e Lo schiaccianoci, che mutarono il corso della coreografia ai tempi di Marius Petipa. Il Lago ebbe una gloria postuma, per colpa di circostanze sfavorevoli, mentre per gli altri due il successo fù immediato e clamoroso. La prima del Lago avvenne nel 1877, a Mosca, al Bolscioi. E fu un fiasco totale, per colpa di una coreografia modesta e di una interpretazione di bassa qualità. La buona qualità musicale non servì a far volare il cigno, e parve che di questo spettacolo, così impegnativo e grandioso, si dovesse perdere memoria. Bisognò attender quasi vent'anni per assistere alla rinascita di questo balletto, a Pietroburgo, Teatro Marinski. Petipa, col suo fedele collaboratore Ivanov, lo rimisero in scena il 17 febbraio del 1894, pochi mesi dopo la morte del compositore, in una edizione molto bella e parzialmente rinnovata, che da allora cominciò una carriera tra le più fortunate. La protagonista di questa prima storica fu l'italiana Pierina Legnani, che assunse il ruolo duplice e contraente di Odette-Odile, il cigno bianco e il cigno nero. La straordinaria compiutezza di una coreografia diversificata, con un forte personaggio maschile (il Principe Sigfrido), con l'uso di una grande corpo di ballo e di numerose azioni di piccoli gruppi, con divertentissement imponenti, fece il resto, e come si usa dire, la differenza. Da quel giorno, in molte revisioni, Il lago dei cigni è entrato stabilmente nel repertorio delle grandi compagnie e nel gusto di tutti i pubblici. Vi si racconta una storia romantica, quella del principe Sigfrido, un giovane melanconico che deve scegliersi una sposa e che non ne trova una sulla sua misura. Dopo una festa, egli vede passare in cielo un gruppo di cigni e parte in caccia con i suoi amici. Si ritrova in una radura in riva a un lago, e lì incontra una fanciulla, la principessa Odette, trasformata in cigno dall'incantesimo del Mago Rothbart. Egli se ne innamora, le promette fedeltà, e la invita al suo castello. In questa occasione il Principe attende felice l'evento, e vede giungere, accompagnata da un nobile sconosciuto, una fanciulla che egli crede Odette e che invece ne è l'opposto, una malefica creatura di Rothbart. Ingannato, Sigfrido la accetta come la sua sposa, ma subito dopo la ragazza in nero, Odile, fugge con Rothbart lasciando il giovane nella disperazione. Sigfrido torna al lago, ritrova Odette, chiede perdono, ma ormai è troppo tardi. Odette sta morendo, il Mago è vicino al trionfo. Le acque del lago allora si sollevano, travolgendo i due innamorati, i cui spiriti vanno uniti verso il cielo. Così nell'originale, ma è possibile anche un finale positivo, ovvero il trionfo dell'amore.
MARIO PASI