Teatro dell'Opera di Roma presenta:
Il vascello fantasma (1941)
Opera romantica in tre atti di Riccardo Wagner. Musica di Riccardo Wagner
- Interpreti: Glanka Zwingenberg (Senta) Hans Grahl (Erik) Edith Walker (Mary) Paul Schoeffler (l'Olandese) Herbert Alsen (Dalando) Ernst Renzhammer (il pilota di Dalando)
- Maestro Concertatore: Karl Elmendorff
- Regia: Georg Hartmann
- Maestro del coro: Giuseppe Conca
- Scene: Camillo Parravicini
- Direttore Allestimento: Pericle Ansaldo
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1. Zwingenberg 2. Grahl 3. Walker 4. Schoeffler 5. Elmendorff 6. Hartmann 7 Conca
Programma di sala (pagine 60)
- La stagione 1941/42
- Il vascello fantasma
- L'autore delle musiche
- Bozzetti delle scene
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
L'autore delle musiche
L'origine della leggenda del Vascello Fantasma è da ricercarsi in una superstizione diffusa, da tempo immemorabile, fra le popolazioni marittime. I vascelli destinati a naufragare o che han già naufragato “ritornano” Sotto forma d'ombre o di fantasmi sul luogo dove la catastrofe è avvenuta o deve avvenire. L'Olandese Volante (questa denominazione bizzarra - dice lo Schuré - resta inesplicabile) è il capitano d'una di codeste navi maledette. La sua leggenda s'è formata verso il 1600 e s'è perpetuata nei racconti dei marinai olandesi durante il XVII e il XVIII secolo. Ai primi del XIX sec. - nel momento, cioè, in cui la leggenda andava declinando, è stata raccolta da poeti o novellatori, fra i quali lo Smidt, Marryat, Hauff e Heine. E fu appunto il racconto di Heine che per caso capitò sotto gli occhi di Wagner mentre si trovava a Riga; e fu quello stesso racconto che si riaffacciò alla mente di Richard Wagner, durante la traversata da Pillau alla Costa Francese. Il poema del Vascello Fantasma, o per essere più esatti del Fliegende Hollander (L'Olandese Volante) fu composto dal grande Maestro (nato a Lipsia il 22 maggio 1813 e morto a Venezia il 13 febbraio 1883) a Melldon nella primavera del 1841. La partitura fu scritta in sei settimane. Due mesi dopo Wagner compose la Sinfonia introduttiva. La prima rappresentazione ebbe luoga a Dresda il 2 gennaio 1842. In quest'opera che precede il Tannhauser e viene immediatamente dopo il Rienzi (che è da considerarsi la prima opera di Wagner, ove si escludano i due tentativi giovanili delle Fate e del Divieto d’Amore). Wagner preannunzia già la titanica forza creativa del Nibelungo, tra le rauche trombe diaboliche e l'urlo selvaggio della bufera oceanica. La composizione del Vascello Fantasma segna una data di capitale importanza nella storia del dramma wagneriano. Fra questo lavoro e Rienzi, (anteriore appena di qualche mese) il divario è così enorme e prodigiosa che, al dire della stesso Wagner “nella vita di nessun artista ci traviamo di fronte ad una siffatta trasformazione compiuta in così poco tempo”. Per la prima volta, infatti, Wagner si mostrava drammaturgo originale. Da librettista egli era divenuto poeta. Le Fate, il Divieto d’Amore, Rienzi non erano che adattamenti scenici di opere letterarie già esistenti - una fiaba di Gozzi, un dramma di Shakespeare, un romanzo di Bulwer. Questa volta, invece, Wagner non aveva avuto dottoamno che qualche pagina (e per giunta umoristica!) di Heine e qualche racconto informe di marinaio. Il Vascello Fantasma se contiene pagine di grande bellezza presenta difetti che non si riscontreranno mai più nelle opere posteriori. Il primo difetto riconosciuto dallo stesso Wagner nella sua Comunicazione agli amici (Ges. Schr. IV. 257 cf. 319) è la mancanza di precisione e di chiarezza nella fisionomia dei personaggi. Ma l'aver dato al mito popolare una vita così singolarmente intensa e suggestiva fa perdonare al poeta ogni menda. E ben disse Liszt nel sua studio consacrato a questo capolavoro “mai poeta, dopo Byron, ha saputo alzare sulle scene così pallido fantasma in una più cupa notte ...”. Come il weberiano Freischiitz è il poema della foresta, il Vascello Fantasma è il poema dell'Oceano, con le sue collere e le sue tempeste. Alla prima rappresentazione del Vascello Fantasma, il pubblicò che s'aspettava un secondo e forse più spettacoloso Rienzi, si vide messo alle prese con questo “dramma musicale” (il primo “dramma musicale” di Wagner) violentemente sbozzato come in livida pietra, solo in ultimo rischiarato dai pallidi raggi della Morte redentrice. Soltanto alcuni poeti (fra i quali Spohr e Schumann) salutarono nel grande artista il precursore d'una nuova era musicale.