Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Trieste presenta:
La Gioconda (1935)
Melodramma in quattro atti di Tobia Gorrio (Arrigo Boito)- Musica di Amilcare Ponchielli
- Interpreti principali: Giannina Arangi Lombardi (Gioconda) Aurelio Marcato (Grimaldi) Ettore Nava (Barnaba) Elena Nicolai (Laura Adorno) Maria Nastri (Cieca). Prima ballerina: Wanda Torti
- Maestro Concertatore: Francesco Saverio Salfi
- Regia: Antonio Lega
- Maestro del coro: Bruno Erminero
- Coreografia: Lisa Walther
- Scene: E. Sormani - Milano
- Costumi: Ditta Certarelli - Firenze
Programma di sala (pagine 40)
- La Stagione Lirica 1935
- Il Teatro Comunale Giuseppe Verdi
- Amilcare Ponchielli "La Gioconda"
- Personaggi e interpreti
Amilcare Ponchielli
Nato a Paderno Fasolaro nel 1835, morto a Milano nel 1886.
Fu una forte tempra di operista ed una delle personalilà musicali più salienti della seconda metà del secolo XIX, che seppe - ad onta che in quell'epoca militasse la fibra potente e creativa di Giuseppe Verdi - percorrere la sua vita. A 12 anni, superati gli esami di ammissione al Conservatorio di Milano, iniziava la sua vila di studente; era buono e servizievole e soprattutto modesto, sì da conquistarsi subito le generali simpatie. I suoi maestri furono: Angelini per il pianoforle, Lauro Rossi e Mazzuccato per la composizione; durante la sua permanenza al Conservatorio molto si distinse conquistando diplomi, premi ed onorificenze. Nel 1853 lasciò il Conservatorio e ritornò a Cremona, il cuore gonfìo di speranze, la mente popolata di fantasmi lirici. Dapprima si mise a dar lezioni di pianoforte, poi accettò la carica di capobanda; solamente in seguito, grazie all'appoggio di un mecenate cremonese, potè dedicarsi al suo sogno di scrivere per il teatro. La sua prima opera i Promessi Sposi fu rappresentata a Cremona nel 1856, favorevolmente accolta e ripetuta per quindici sere, con costante successo; scrisse in seguito un Bertrando da Bormio che si doveva rappresentare a Torino ma il Ponchielli non ebbe il coraggio di affrontare il pubblico torinese e ritirò lo spartito. Creò in seguito La Savoiarda che, rappresentata a Cremona nel 1861, rinnovò il successo dei Promessi Sposi; trasferitosi a Piacenza scrisse Roderigo re dei Goti ma la rappresentazione di quest'opera al Teatro Municipale, in seguito ad una scadentissima esecuzione, ebbe un esito freddo. Sfiduciato il maestro ritornò a Cremona ove accettò di dirigere spettacoli per la meschinissima paga di due lire al giorno. "Ancora due anni di questa vita - scriveva il Ponchielli - e i medici mi assicurano che acquisterò quel delizioso sorriso ebete che sta tanto bene in società". Una replica dei Promessi Sposi nel 1872 per l'inaugurazione del Teatro Dal Verme di Milano, per l'entusiastico e signifìcativo successo conseguito, rese celebre il maestro in una sera. Trasferitosi a Milano, scriveva I Lituani rappresentata alla "Scala" nel 1874; ma il trionfo del buon maestro cremonese fu consacrato la sera dell'8 aprile 1876 con La Gioconda. Nel 1880 il Ponchielli si ripresentò al pubblico della "Scala" con Il Figliuol Prodigo, grande Opera dai meravigliosi cori e dalla forte struttura, interpretata dal tenore torinese creatore dell'Otello di Verdi, Francesco Tamagno. Nel 1885, sempre alla "Scala" l'ultima opera del Ponchielli, Marion Delorme. Il maestro si dedicò pure con fervore alla musica sacra e si adoperò perchè la musica per banda venisse curata con sentimento artistco ed estetico. Mori a soli 52 anni, in seguito ad una bronco~polmonite, mentre tutto gli prometteva fortune ed onori. Non era bello il Ponchielli, non era elegante nè brillante in società; ma in compenso quanta bontà, quanta arguzia, quanto garbo e quanta squisitezza spirava dalla sua geniale personalità.