Teatro dell'Opera di Roma presenta:
La giara (1944)
Commedia coreografica in un atto da Luigi Pirandello. Musica di Alfredo Casella
- Interpreti pricipali: Attilia Radice (Nela) Adriano Vitale (Amante) Filippo Morucci (Zi Dima) Elio Foggiolti (Don Lollò) - Il corpo di ballo dell'Opera di Roma
- Coreografia: Aurel M. Milloss
- Maestro concertatore: Oliviero De Fabritiis
- Scena e costumi: Veniero Colasanti
- Realizzatore luci: Ettore Salani
- Direttore Allestimento: Pericle Ansaldo
Link Wikipedia
- 1.Radice 2.Milloss 3.De Fabritiis 4.Ansaldo
Programma di sala (pagine 30)
- Il programma è condiviso con l'opera "Fedora"
- La XVII stagione lirica
- L'argomento
- Interpreti
L'argomento
Contro la volontà del padre Don Lollò, ricco proprietario, di carattere irascibile, Nela s'è innamorata d'un giovane contadino, con il quale sta ora danzando sull'aia rustica, dove fa bella mostra di sè una magnifica imponente giara, di quelle che servono a contenere l'olio. Poichè il fidanzato vorrebbe trascinar via Nela e costei, per timore del padre, si mostra riluttante a seguirlo, i due giovani, in questa movimentata schermaglia amorosa, vanno a urtare contro la giara che si rovescia e si rompe. Conoscendo il carattere violentissimo del padrone, nessuno osa annunciargli la cosa. Finalmente egli viene chiamato, e naturalmente, alla vista dello scempio, fa una sfuriata tremenda. Sua figlia, per calmarlo, promette che lascerà il fidanzato. Intanto chiamato da alcuni contadini giunge il vecchio conciabrocche Zi' Dima Licasi. Egli esamina la giara, e consente a ripararla. Lo si lascia in disparte coi suoi attrezzi e colla sua melanconia. Egli comincia il suo lavoro; fora col trapano i pezzi che il fil di ferro dovrà tenere insieme, spiato da tre ragazze che si divertono un mondo. Infine, quando i pezzi sono pronti, i contadini aiutano Zi' Dima ad entrare nella giara, dicendo egli che dall'interno potrà meglio procedere alla riparazione perfetta. Si applicano alla giara i pezzi che mancavano. La giara sembra nuova. I contadini rimangono ammirati. Poi viene il momento di estrarre dal collo della giara il vecchio conciabrocche, ed i contadini tentano di compiere l'operazione cantando allegramente. Però Zi' Dima ha fatto i calcoli senza la sua gobba, che si oppone recisamente alla sua uscita. I contadini vogliono spaccare la giara per liberare il vecchio. Ma Lollò rifiuta energicamente, pretendendo che Zi' Dima paghi prima la giara la quale dovrà essere definitivamente perduta per liberarlo. Non volendo Zi' Dima saperne, Don Lollò lo condanna a rimaner nella giara finchè abbia mutato opinione, ed esce, non senza aver prima scacciato i contadini. Intanto la notte è venuta. La luna illumina la scena. Nella giara il vecchio fuma filosoficamente la pipa, ed il fumo si vede uscire a boccate dal collo della giara. Una voce in lontananza canta una dolce melodia popolare siciliana: la storia della fanciulla rapita dai pirati. In questo momento giunge il fidanzato in cerca della sua Nela. Non vedendola, lascia davanti alla porta dell'adorata, un fascio di fiori. Apparsa sul balcone, Nela scorge l'omaggio floreale. Non è questa la prova che il suo fidanzato l'ama anocora? Allora ella scende, prende i fiori, se li stringe, felice, al suo seno. Ma grande è la sua gioia allorchè scorge il fidanzato che la giara aveva fin'allora nascosto ai suoi occhi. I due si abbracciano e con i contadini, ora sopraggiunti, decidono di giocare un tiro birbone a Don Lollò. Si porta da bere. Si beve alla salute ed alla liberazione di Zi' Dima. Poco a poco, una danza generale avvolge la giara in un baccano orgiastico ed infernale. Tanto che Don Lollò finisce per destarsi ed appare al balcone. Vedendo la scena, non può reggere, si precipita dalla scala, e con una poderosa spinta, manda la giara ed il suo contenuto a ruzzolare giù per la china. La giara va a spaccarsi contro un ulivo. I contadini corrono in soccorso del vecchio, e lo riportano in scena al suono di una musica rustica e triontale.