Teatro Comunale di Bologna presenta:
La pulce d'oro (1965)
Un atto in tre quadri di Tullio Pinelli. Musica di Giorgio Federico Ghedini
- Interpreti: Carlo Franzini (Lupo Fiorino) Laura Zanini (Fortunata) Otello Borgonovo (Olimpio) Maria Luisa Zeri (Lucilla) Mario Carlin (Daghe) Sergio Pezzetti (Mirtillo) Mario Frosini (Verna)
- Maestro Concertatore: Gianfranco Rivoli
- Regia: Luciana Novaro
1. Franzini 2. Zanini 3. Borgonovo 4. Rivoli
Programma di sala (pagine 64)
- La stagione lirica 1964/65
- La pulce d'oro (Maria Bagnoli)
- Gli interpreti - Argomento - Fotografie
- Prima rappresentazione 5 febbraio
- Nella stessa sera "L'ora spagnola" - "Teatro dei pupi di Mastro Pietro"
L'Argomento
In una rustica osteria di campagna, di cui sono padroni Olimpio e la moglie Fortuna, capita, una sera di temporale, un curioso tipo di vagabondo, Lupo Fiorino, dai modi spavaldi e di parola facile. Egli attira l'attenzione dei padroni dell'osteria e della loro giovane figliuola, Lucilla, oltre a quella dei poveri frequentatori del Iocale (il merciaio ambulante Daghe, il carrettiere Mirtillo, il vecchio saggio Verna), col mostrar loro una minuscola gabbia lucente nella quale sostiene si trovi una pulce d'oro proveniente da misteriose regioni asiatiche, la quale avrebbe la singolarissima prerogativa di trasformare in oro qualunque cosa morda, eccetto il cibo. Mentre tutti si mostrano sbalorditi e scolvolti da quella straordinaria notizia - il solo vecchio Verna esprime una assoluta incredulità a tanta meraviglia - Lupo Fiorino si accinge a far uscire l'animaletto dalla gabbia per dare dimostrazione delle sue capacità: ma la pulce scappa e, poco dopo, ia giovane Lucilla manda un grido acuto, dando segni evidenti d'esser stata punta ad una garnba. Avviene, allora, una animata discussione fra Lupo Fiorino che vuole tornare in possesso della preziosa bestiola ed i genitori della ragazza che si oppongono decisamente ai tentativi del giovanotto di toccare la loro figliuola. Si giunge, così, ad un compromesso. Lucilla viene chiusa e legata in un sacco e trasportata nella sua camera, dove dormirà sorvegliata da Lupo Fiorino. Olimpio, a sua volta, dormirà davanti alla porta per impedire al giovane di fuggire e per sorvegliare che non succeda niente di male a Lucilla. Durante la notte, mentre la scena è immersa nell'oscurità, Olimpio e Fortuna fantasticano sul loro avvenire e fanno mille progetti su come muterà la loro vita quando saranno in posseso della pulce d'oro. Daghe e Mirtillo giungono ad alimentare questi sogni, facendone a loro volta, finché - sentendo rumori nella camera dove sono Lucilla e Lupo Fiorino - pensano che lo straniero mediti di fuggire e convincono Olimpio a fermarlo con un colpo di randello bene assestato. Così accade. Lupo Fiorino scende nel buio le scale e fa per uscire, quando lo raggiunge un tremendo colpo sulla testa vibratogli da Olimpio, nascosto presso la porta; ed egli cade al suolo. L'alba trova Olimpio e gli altri in preda allo sgomento ed al terrore. Il vecchio Verna, ignaro di tutto, scopre quanto è successo e, indignato, vuole correre a denunciare i colpevoli; ma Olimpio, fuori di sé, lo lega ad un tavolo e minaccia di cavargli gli occhi. Le cose sono a questo punto (il vecchio Verna svenuto dalla paura, gli altri che scaricano ogni responsabilità sulle spalle di Olimpio), quando si presenta Lupo Fiorino: barcollando, insanguinato, ma vivo. Egli pensa di essere stato colpito per aver sedotto Lucilla e dichiara di volerla sposare e condurre via con sé. Anche la ragazza, che la madre è andata a svegliare e trascina giù fra rimbrotti e recriminazioni, si mostra entusiasta di sposare il giovanotto. E cosÌ la coppia si allontana tutta felice, accompagnata dai saluti un po' tristi dei genitori della ragazza e dagli auguri degli altri. La pulce d'oro rimarà il loro segreto; e nessuno - né il vecchio Verna che non vi ha mai creduto, né i creduli suoi compagni - saprà se essa esisteva realmente o se non sia stato un trucco escogitato dal furbo vagabondo per conquistare Lucilla.