Teatro dell'Opera di Roma presenta:
La rondine (1972)
Commedia lirica in tre atti di Giuseppe Adami, Arthur Maria Wilner e Heinz Reichert. Musica di Giacomo Puccini
- Interpreti principali: Edith Martelli (Magda) Ruggero Bondino (Ruggero) Cecilia Fusco (Lisette) Angelo Marchiandi (Prunier) Walter Alberti (Rambaldo) Primi Ballerini: Ivana Gattei - Mauro Maiorani
- Maestro Concertatore: Lovro von Matacic
- Regia: Raoul Grassilli
- Maestro del coro: Roberto Benaglio
- Coreografia: Attilia Radice
- Scene e Costumi: Maurizio Monteverde
- Direttore Allestimento: Giovanni Cruciani
Programma di sala (pagine 68)
- La rondine (Alfredo Mandelli)
- Antologia critica
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
L'Argomento
ATTO PRIMO - Parigi, epoca del Secondo Impero (ovvero, in alcuni allestimenti dell'opera, alcuni e anche parecchi anni più tardi). Magda, bella amante del ricco e serioso Rambaldo, riceve amiche ed amici cercando di stare in allegria. Fra gli amici emerge Prunier, un vivace poetastro e canzoniere che fa da animatore della serata cercando di far leva un po' sul sentimentalismo e un po' sulla spregiudicatezza dell'ambiente. La cameriera Lisette, ragazza svolazzante e impertinente, annuncia che sta per giungere un giovanotto, il quale più volte ha chiesto di Rambaldo. E' il figlio di un vecchio amico che vive in provincia. Si chiama Ruggero. Quando arriva, Rambaldo lo affida alla combriccola perché lo indirizzi come passare allegramente la sua prima serata a Parigi. E' Lisette a mandarlo al Bal Bullier. Nel frattempo, Prunier aveva letto la mano per gioco a Magda e alle altre; e aveva predetto a lei un volo "come una rondine", di là dal mare, "verso il sole e l'amore" (quello vero, non quello pagato dai colliers di Rambaldo). Tutta illanguidita e incline ai ricordi teneri, al nome di Bullier ecco Magda rievocare una passata, dolce avventura che le era toccata proprio in quel locale. E, quando tutti se ne sono andati, decide di tornarci: travestita da grisette. Mentre lei si veste, Lisette fa altrettanto con gli abiti della padrona, assistita buffamente da Prunier, che in segreto è il suo amante. Prima i due, poi Magda escono in sordina, per andare nel medesimo luogo.
ATTO SECONDO - AI Bal Bullier, allegria, danze; gaudenti di ogni tipo, formato e colore, studenti, grisettes; ci si incontra qui, bevendo e ballando, ci si amerà magari altrove, per una sera. Ruggero siede in un angolo solo e un po' stordito. Magda entra, e per liberarsi da una frotta di studenti faceti, lascia credere loro di essere attesa da quel solitario giovinotto. Ma l'incontro diventa subito un "colpo di fulmine"; i due ballano, si desiderano, si fanno confidenze (sebbene Magda dica a Ruggero un falso nome, Paulette). Arrivano anche Lisette e Prunier, Magda però, incontrandoli, sta al gioco di Prunier, finge di non conoscerla, si diverte a sentir Lisette che confida (proprio a lei] di esser vestita con gli abiti della padrona. Ma ecco entrare inatteso Rambaldo; vede la coppia evidentemente invaghita, chiede spiegazioni. Magda gli dichiara che se ne va, che ha trovato l'amore. Rambaldo sembra accettare con bonomia quella che gli sembra una ragazzata. Nel locale che si svuota (ormai è l'alba) Magda e Ruggero si stringono felici.
ATTO TERZO - Sulla Costa Azzurra, Magda e Ruggero, rifugiati in un hotel, fanno debiti nell'ebbrezza del loro amore, fra le mille eterne sdolcinatezze di un idillio. Ruggero confida a Magda di aver scritto a casa, chiedendo il consenso a sposare quella che crede una ragazza fin allora ingenua e illibata. Intanto, càpitano lì Prunier e Lisette: lo sciagurato ha tentato di lanciare la amichetta come "artista" in un teatro di Nizza, con risultato disastroso; Lisette crede sentir fischi dappertutto, chiede soltanto di tornare a far la cameriera, e Magda l'accoglie volentieri. Prunier intanto fa sapere a Magda che a Parigi c'è ancora posto per lei. Ruggero ritorna, felice; ha una lettera della madre: ingenuamente, lo esorta a sposare Magda, che certo sarà una fanciulla degna della loro onesta casa. Magda a questo punto sente di non poter continuare nella finzione. Malgrado le proteste di Ruggero, gli annuncia che non può sposarlo. E se ne torna tristemente, verso la sua solita vita parigina.