Teatro Reale dell'Opera di Roma presenta:
L'amico Fritz (1937)
Commedia lirica in tre atti di P. Suardon (Nicola Daspuro) - Musica di Pietro Mascagni
- Interpreti principali: Benamino Gigli (Fritz) Licia Albanese (Suzel) Gilda Alfano (Beppe lo zingaro) Emilio Ghilardini (David)
- Maestro Concertatore: Vincenzo Bellezza
- Regia: Marcello Govoni
- Maestro del coro: Giuseppe Conca
- Bozzetti scene: Camillo Parravicini
- Direttore allestimento: Pericle Ansaldo
Programma di sala (pagine 80)
- La Stagione lirica 1937/1938
- "L'amico Fritz"
- L'autore delle musiche
- Il Direttore d'orchestra
- Il libretto
- Gli interpreti
- Fotografie
L'argomento
Atto primo - In Alsazia. Fritz Kobus è un giovane e ricco possidente che divide il suo tempo tra campagna e città. Il suo cuore è buono e generoso, soccorre i poveri, è pieno di umana simpatia per tutti, non rifugge dal favorire le nozze altrui. Ma di nozze sue, scapolo irriducibile e intransigente com'è, non vuol sentire parlarne, e appena può se la spassa gaiamente con gli amici Federico e Hanezò, anch'essi fedelissimi al celibato, prendendosi gioco del buon rabbino David, propagandista infaticabile del precetto biblico che d'ogni famiglia vorrebbe fare una tribù, paraninfo per vocazione e per elezione. Fritz arriva a scommettere con David che mai e poi mai si lascerà convertire al matrimonio: posta, una delle sue belle vigne. È la festa di Fritz: tra gli altri, a recare con fresca grazia al padrone un piccolo omaggio floreale, c'è la figlia del fattore, Suzel. La fiera volontà celibataria di Fritz riceve un duro colpo: egli rimane colpito dalla bellezza e della gentilezza della ragazza e la invita a fermarsi alla sua tavola. C'è anche Beppe, uno zingaro che un giorno durante una bufera fu soccorso da Fritz e che ora sul suo violino ne canta le lodi. Fritz si schermisce dicendo di non meritarle. Suzel chiede di allontanarsi, mentre il rabbino sentenzia che fra poco quella sarà la più ammirata sposina d'Alsazia.
Atto secondo- Fritz Kobus è andato a trascorrere qualche giorno nella sua fattoria: la vicinanza di Suzel ha approfondito la reciproca simpatia. Egli però è dibattuto tra l'impulso di rivelarle i suoi sentimenti e il puntiglio di vincere la scommessa con David, d'altra parte la naturale timidezza e la consapevolezza dell'inferiore condizione sociale trattengono Suzel dal fare il primo passo. Il rabbino si è accorto di tutto, e manovra in modo da affrettare i tempi: dapprima ottiene il segreto della ragazza con uno stratagemma, facendole cioè recitare il passo della Bibbia che riguarda Rebecca e il suo amore per Isacco, poi accende la gelosia dell'amico annunciandogli con intenzione che Suzel sta per sposarsi con un giovane del paese. Fritz dissimula a malapena la sua contrarietà e se ne torna in città senza neppure salutare Suzel che in lacrime non sa spiegarsi la causa di quella precipitosa partenza.
Atto terzo - Una volta a casa sua Fritz continua a pensare a Suzel. Non è Beppe col racconto delle sue pene amorose che possa rasserenarlo. E tanto meno si calma quando David gli riparla del matrimonio di Suzel e gli dice che il padre di lei verrà a chiedergli il tradizionale consenso; che anzi, fuori di sé, grida che mai lo darà quel consenso. Finché davanti a Suzel, che lo supplica di salvarla da un'unione cui è destinata a forza dalla decisione paterna, non resiste piu e dichiara il suo amore. A David basta la soddisfazione morale d'aver vinto: la vigna sarà il suo regalo di nozze a Suzel. Quanto a Federico e Hanezò, stiano buoni, anche a loro una moglie non gliela leva nessuno, e presto, parola di David.