Teatro alla Scala di Milano presenta alla Piccola Scala:
Le astuzie femminili (1960)
Commedia per musica in due atti di Giuseppe Palomba. Musica di Domenico Cimarosa. Revisione di Barbara Giuranna
- Interpreti: Graziella Sciutti (Bellina) Luigi Alva (Filandro) Paolo Montarsolo (Don Lasagna) Mariella Adani (Ersilia) Fiorenza Cossotto (Leonora) Rolando Panerai (Don Romualdo)
- Maestro Concertatore: Nino Sanzogno
- Regia: Franco Zeffirelli
- Bozzetti e Figurini: Franco Zeffirelli
- Direttore Allestimento: Nicola Benois
Programma di sala (pagine 28)
- Cimarosa e l'antica opera comica (Guido Pannain)
- Bozzetti delle scene
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
L'argomento
ATTO PRIMO. Il testamento non ammette dubbi: Bellina erediterà la sostanza paterna a condizione che sposi un tale don Giampaolo Lasagna di Napoli. La lettura della crudele clausola piomba nella costernazione Bellina e Filandro, che si amano e che di matrimoni hanno in cantiere il loro, accende di sdegno l'amica Ersilia e Leonora la governante, e provoca accorato imbarazzo in don Romualdo che di Bellina, nonché tutore, è segretamente innamorato. Quindi, intesa generale che si tenterà con ogni mezzo di liquidare questo napoletano, di cui d'altronde è già segnalato l'arrivo a Roma in veste di militare reduce dall' India (ciò che suscita le meraviglie di Romualdo che ricorda d'aver conosciuto Giampaolo all'ombra del Vesuvio da speziale). Ed ecco che Giampaolo si presenta in casa di Bellina, plausibilmente curioso di sapere che tipo di moglie gli si prospetta. Gli approcci non sono affatto incoraggianti: non gli è difficile accorgersi che Romualdo (toh, chi si rivede: "lo romano che dint'a lo spitale faceva jetta' ... eccetera", altro che dottore in legge!), Ersilia e Leonora hanno l'aria di non prenderlo molto sul serio, e quanto alla ragazza, gli dice chiaro e tondo che se, proprio deve aecettarlo in marito, si augura di restare subito vedova. La confidenza di Leonora che Romualdo, promessole un giorno di sposarla, aspira ora alla mano (e alla dote) di Bellina, e che in Filandro deve vedere un altro rivale, è abilmente sfruttata da Giampaolo per seminare discordia tra Romualdo e Filandro e spingerli addirittura a sfidarsi. Ma la loro inclinazione alle vertenze cavalleresche è evidentemente modesta e il provvidenziale intervento di Bellina pone termine al loro poco onorevole duello di platoniche spacconate. Improvvisamente Bellina e Filandro decidono di cambiare tattica. E lei propone a Giampaolo metà della propria dote, ma le nozze con un'altra donna, precisamente Leonora. E lui gli insinua di arrendersi al folle amore d'una terza donna, per giunta ricchissima, precisamente Ersilia. Giampaolo dapprima chiede ragionevole tempo di pensarci su. Poi però scatta alla controffensiva, una controfiensiva che in breve volgerà a suo danno. Ersilia e Leonora arrivano in extremis ad avvertire Bellina e Filandro, che si trovano in tenero colloquio, che egli si aggira minaccioso alla loro ricerca. Niente meno che armato di schioppo, Giampaolo riesce tuttavia a sorprendere Bellina: alla ragazza impaurita non resta che dichiararsi disposta senza ulteriori indugi al matrimonio. Si sono appena lasciati con l'impegno di ritrovarsi di lì a poco per la stesura dell'atto, quando si ode Leonora invocare soccorso: un malandrino l'ha assalita attentando alla sua virtù. Giampaolo, cui certo han nociuto le scarse nozioni sulla topografia della casa, è sommariamente accusato del vituperevole gesto, e invano egli si sforza di spiegare e di giustificarsi: gli altri cinque, ridendosela in cuor loro, infieriscono contro il malcapitato e minacciano, nonché di considerare andate a monte le nozze, di trascinarlo in giudizio.
ATTO SECONDO. Romualdo, da quel causidico che è, vorrebbe, con la scusa della pretesa aggressione, disimpegnarsi da Leonora e affibbiarla a Giampaolo, al tempo stesso liberandosi dell'ipoteca di Giampaolo su Bellina e consolidando la propria candidatura alla vagheggiata pupilla. Dal canto loro Bellina e Filandro appaiono irremediabilmente sconsolati e meditano l'una di rinchiudersi in convento, l'altro di arruolarsi. Nessuno però ha ancora fatto i conti con l'astuta Leonora. La quale incarica Ersilia di accompagnare Bellina e Filandro da un certo generale suo amico cui si è rivolta per lumi e aiuti e di spiegar loro, strada facendo, la burla che ha architettato, quindi annuncia a Romualdo e Giampaolo che i due giovani innamorati sono fuggiti. Poco dopo irrompe, forte d'una adeguata scorta di soldati, un capitano degli ussari: con un eloquio quasi inintelligibile, ma con una mimica inequivocabile minaccia di far rotolare per le terre quante teste non sapranno indicargli dove sia nascosta la sua fidanzata, incapricciatasi d'un tal Filandro, ch'egli ha prudenzialmente provveduto a far incarcerare. Lo segue a ruota una fanciulla, ussara anche lei, e in un barbaro italiano narra la sua disavventura: il fidanzato, capitano degli ussari, l'ha tradita per una tal Bellina, allora lei si è vendicata, amoreggiando con un tal Filandro e tenendo prigioniera in casa la rivale. Superfluo precisare che i due ussari sono né più né meno che Filandro e Bellina debitamente travestiti. La trappola funziona: Romualdo e Giampaolo, a patto che Bellina gli sia riconsegnata, promettono di adoperarsi perché i due si riuniscano presto, anzi subito, e poi che se ne vadano al diavolo, si sposino pure e mettano al mondo un sacco di figli. Alla fmta scenata tra il geloso Filandro-ussaro e la risentita Bellina-ussara, che conclude l'episodio del travestimento, fa séguito il saggio moraleggiare di Giampaolo all'indirizzo di Romualdo: il vecchio che s'innamori d'una giovane donna e la sposi è a dir poco uno sconsiderato a caccia d'ogni sorta di guai. I due ussari oramai regolarmente coniugati attendono i nuovi amici per festeggiare insieme il lieto evento. Giampaolo e Romualdo però protestano che avanti di aprire le danze esigono la consegna, secondo le intese dei due prigionieri Filandro e Bellina. Troppo giusto: eccoli, e i due, ussari si svelano per quel che sono in realtà. Breve è lo sdegno del tutore e del mancato sposo napoletano: oltre a tutto è meglio che la notizia di questo intrigo non si diffonda in città, che ne canzonerebbe chissà per quanto i protagonisti. Filosoficamente Giampaolo riconosce che dal momento che Filandro e Bellina sono marito e moglie "chiù non conta il testamiento" ed esorta Romualdo a mantenere la sua parola con Leonora. Mancano particolari sull'avvenire di Giampaolo ed Ersilia; è arbitrario immmaginarseli un giorno o l'altro avviati anch'essi all'altare? Comunque, per intanto il ritmo d'un ballo russo sancisce la riappacificazione e il giubilo generali.