Teatro alla Scala di Milano presenta:
Lieb und leid - Amore e dolore (1984)
Balletto su musica di Gustav Mahler
- Interpreti principali: Luciana Savignano (Eva) Angelo Moretto (Konrad) Marco Pierin (Isidor) - Il corpo di ballo del Teatro alla Scala
- Maestro Concertatore: Michel Sasson
- Coreografia: Joseph Russillo
- Scene: Luigi Veronesi
- Costumi: Gianni Versace
- Direttrice corpo di ballo: Rosella Hightower
- Direttore allestimento: Giorgio Cristini
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- Luciana Savignano - Foto di scena
Programma Edizioni Teatro alla Scala (pagine 74)
- Nel programma anche il balletto "Josephslegende"
- Il soggetto (Antonello Madau Diaz)
- Scritti vari
- Fotografie di Lelli & Masotti
Lieb und Leid - Il soggetto
Quando con Joseph Russillo si pensò al Lieb und Leid, nell'ideare il soggetto ci ponemmo il problema di poter, in un futuro, presentare la parte del balletto costruita sull'Adagio della Decima Sinfonia di Gustav Mahler, come pezzo a sé, anche perché più agile e più funzionale al repertorio del Corpo di Ballo di quanto non fosse l'intero balletto con la seconda parte costituita da Das klagcnde Lied. Il soggetto della prima parte fu considerato quindi come un antefatto autonomo con un finale aperto. Oggi, presentato con le opportune correzioni coreografiche, sviluppa e conclude l'evocazione biblica del peccato originale con un finale che richiama l’interrogazione mahleriana: “ Tu mi hai ucciso! ... Di questo mi lamenterò in eterno! Perché hai offerto alla morte il mio giovane corpo? “ (da «"Das klagende Lied".
IL SOGGETTO - Ora Adamo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: “Ho acquistato un uomo con l'aiuto dell'Eterno” . (Genesi 4:1) Poi partorì Abele e c'era armonia, felicità, amore: l'inizio. “Caino disse ad Abele, suo fratello: 'andiamo ai campi' e quando furono in campagna Caino si scagliò contro Abele, suo fratello, e lo uccise!” (Genesi 4:8) Peccato, odio, distruzione: la fine.
Il peccato d'origine (Gustav Mahler, Adagio dalla Decima Sinfonia) - Immersa nella sua angoscia la donna rivive, come allucinata, il delitto del figlio sul figlio. Eva: madre, moglie, donna, nel ricordo del peccato d'origine. Distruzione, creazione e poi, di nuovo, la distruzione, che come materia finita ma non perduta, determina il ciclico divenire degli eventi. Amore. Dolore. L’amore, il dolore. Eva comprende la sua missione e ne piange. Come sono belli i corpi dei figli nei loro giochi fanciulleschi, nei loro scherzi amorosi con lei, nel piacevole incanto della mescolanza delle loro carni. Isidor: immagine di fragilità e innocenza. Konrad: il suo altro. La consapevolezza del suo divenire. Che accade ai due fratelli? In loro rivive il peccato d'origine. Il fratello contro il fratello. Ella assiste, impotente, al delitto. Quale tormento, quanta angoscia vedere straziato il corpo del suo più amato dal sangue del suo stesso sangue!
"Ecco, me lo hanno ucciso! Donna versa le tue più amare lacrime sopra il suo corpo, riprendilo, portalo con te, accarezzalo, bacialo, ma chiedi il perdono con la tua sofferenza per l'altro tuo figlio, per tutti gli altri tuoi figli.”
Fratelli contro fratelli, morti sopra morti. Mucchio di corpi. Mucchio di ossa. La terra, la grande madre universale, custodisce il corpo del figlio amato e lo ricopre con i suoi frutti. Lo protegge con i rami dell'albero, anch'essi suoi figli, nell’attesa che la verità di questa angoscia venga rivelata. Così dalla notte dei secoli, la terra conserva il suo segreto.
ANTONELLO MADAU DIAZ