Teatro Massimo di Palermo presenta:
L'Italiana in Algeri (2000)
Dramma giocoso per musica in due atti. Libretto di Angelo Anelli - Musica di Gioachino Rossini
- Interpreti principali: Carla Di Censo (Elvira) Simone Alaimo (Mustafà) Simon Edwards (Lindoro) Gloria Scalchi (Isabella) Alfonso Antoniozzi (Taddeo) Orchestra e coro Teatro Massimo
- Maestro Concertatore: Steven Mercurio
- Regia: Maurizio Scaparro
- Maestro del coro: Franco Monego
- Scene: Emanuele Luzzati
- Costumi: Santuzza Calì
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- 1.Di Censo 2.Alaimo 3.Edwards 4.Scalchi 5.Antoniozzi 6.Mercurio 7.Monego
Programma di sala (pagine 124)
- L'Italiana in Algeri (Philip Gosset)
- Il comico rossiniano (P. Gallarati)
- Algeri città dell'immginario (Paolo Scarnecchia)
- Note di regia (Maurizio Scaparro)
- L'Italiana a Palermo (G. Gualerzi)
- Libretto
- Interpreti
- Fotografie
Note di regia
Mi sono trovato subito circondato, in questa esperienza dell'Italiana in Algeri al Massimo, dalla follia organizzata di Rossini che ti prende, incominciando naturalmente dalla musica, ma finisce per conquistarti anche per il disincanto, l'ironia, che sottintendono il gioco d'amore di questo sorprendente ventunenne di Pesaro. Se fossi psicologo, come qualche volta nel nostro lavoro di regista presumiamo di essere, sia pure di ripiego e per necessità di palcoscenico, mi domanderei quale prodigio abbia consentito al Rossini giovane una così vasta esperienza umana, almeno apparente, quella sapiente comicità con cui dipinge tutti i personaggi dell'Italiana, giovani e vecchi, uomini e donne, italiani e "algerini" e quell'ironia attorno al gioco amoroso, che talvolta potrebbe perfino nascondere una vena autobiografica malinconica. La comicità dell'Italiana assume così connotazioni che vanno ben oltre il pur evidente rapporto con l'eredità dei comici dell'arte, dando spesso un segnale di sorprendente modernità. Basti pensare, un esempio per tutti, alla fine del primo atto con un concertato di campanelli, martelli, cornacchie, boom boom, crà crà, tactà, che sembrano anticipare alcune esperienze dell'avanguardia letteraria e musicale del primo Novecento. Su tutto la follia organizzata di cui parlavo all'inizio e che era tanto piaciuta a Stendhal: «i nostri gravi letterati del Journal Des Débats hanno trovato - scriveva Stendhal - folle l'azione senza vedere, poveretti, che se folle non fosse non converrebbe a un tal genere di musica, la quale in se stessa non è altro che una follia organizzata e completa». Vorrei aggiungere alcune riflessioni sulle "turcherie" di questa Italiana, o almeno sulle reazioni che hanno suscitato in me. È evidente che in questa improbabile "Algeri", Rossini si è divertito alle spalle di un mondo poco conosciuto, oggetto di facile e un po' rozzo scherno, traguardo di tante opere buffe. Mi sembra per la verità che questa volta Rossini si sia voluto divertire in eguale misura dei "turchi" e degli "italiani", di cui peraltro conosce anche meglio i difetti, fino a costruire con Isabella e Taddeo una coppia di straordinario e vitalissimo divertimento. A "Mammaliturchi" Rossini sembra aggiungere con il sorriso anche "Mamma gli italiani", e questo anche consente di leggere I'Italiana con distacco divertito e inevitabilmente attualizzabile. In questo senso, ho potuto lavorare sul palcoscenico del Massimo grazie a una vitalissima compagnia di canto, che ha "giocato" con grande disponibilità, guidata da un direttore come Steven Mercurio, che mi sembra abbia felicemente fatta sua la follia rossiniana, garantendo sempre quel ritmo che vorremmo segnasse l'intero spettacolo. E naturalmente grazie a Santuzza Calì, per la fantasia raffinatissima dei suoi costumi. E a Orlando Forioso, che mi è stato vicino come regista capace di aggiungere la sua felice creatività mediterranea allo spettacolo. E infine grazie a Emanuele Luzzati, che ha disegnato un delizioso spazio scenico, dove al "Palazzo" e al "Serraglio" fa da sfondo il mare, che unisce da sempre "turchi" e "italiani". Il mare, il Mediterraneo da dove arrivano e partono corsari e schiavi, amori e speranze. Mi piaceva che questa Italiana in Algeri che nasce a Palermo non dimenticasse quasi mai, anche visivamente, il mare, quasi un altro protagonista capace a sorpresa di condizionare i nostri giochi e quelli di Rossini.
MAURIZIO SCAPARRO