Teatro alla Scala di Milano presenta alla Piccola Scala:
Lo frate 'nnammorato (1960)
Commedia per musica in tre atti di Gennarantonio Federico. Musica di Giovanni Battista Pergolesi. Revisione Renato Parodi
- Interpreti principali: Alvinio Misciano (Ascanio) Fiorenza Cossotto Lucrezia) Paolo Montarsolo (Marcaniello) Paolo Pedani (Pietro) Jolanda Meneguzzer (Nena)
- Maestro Concertatore: Bruno Bartoletti
- Regia: Franco Zeffirelli
- Bozzetti e Figurini: Franco Zeffirelli
- Direttore Allestimento: Nicola Benois
Link Wikipedia
1. Misciano 2. Cossotto 3. Montarsolo 4. Pedani 5. Meneguzzer 6. Bartoletti 7. Zeffirelli
Programma di sala (pagine 24)
- La nouvelle vague di Pergolesi (Claudio Sartori)
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
L'argomento
ATTO PRIMO - A Capodimonte nel 1730. Due famiglie vicine di casa, una romana (le sorelle Nina e Nena e il loro zio e tutore Carlo con la serva Vannella), l'altra napoletana (il vecchio Marcaniello, i suoi figli Lucrezia e Pietro, con il figlio adottivo Ascanio e la serva Cardella). Al levare del sipario Vannella e Cardella intrecciano un dialogo dal quale apprendiamo che è arrivato da poco Pietro e che sono prossimi dei matrimoni. I matrimoni combinati sono ben tre: fra Pietro e Nena, fra Carlo e Lucrezia, fra Marcaniello e Nina. Ci sono però grosse difficoltà: nessuna delle tre ragazze vuol saperne del fidanzato stabilito. E a ragione perché Pietro è un vagheggino vanesio, che rincorre le serve, e gli altri due sono troppo anziani. Ecco infatti che mentre Pietro e Carlo si incontrano per strada, le due rispettive fidanzate si rifiutano di venire a salutarli. Pietro indispettito se ne va e le due sorelle, ai rimproveri dello zio e all'annuncio delle nozze imminenti, nel battibecco che ne deriva, finiscono per comprendere di essere tutte e due segretamente innamorate di Ascanio e per sospettarsi di reciproco tradimento. Nell'altra casa i guai sono anche peggiori. Lucrezia si rifiuta di obbedire al padre Marcaniello, che soffre di podagra ma non lo vuole ammettere: è innamorata di Ascanio e non lo nasconde, ma questi la respinge adducendo a scusa di essere un orfano che non sa chi siano i suoi genitori. In realtà la sua condizione è anche più curiosa. Sente di voler bene contemporaneamente a Nina e a Nena, sa di essere amato da tutte e due le ragazze e non sa risolversi a sceglierne una e a rinunciare all'altra, ed è tanto disperato del dilemma in cui si dibatte che vorrebbe morire. Ma l'atto finisce in burletta. Pietro infatti è scoperto da Nena nentre fa degli approcci a Vannella e Nena ne approfitta per fingersi gelosa e scacciarlo. Nina sopravvenuta rincara la dose facendo credere che al vecchio Marcaniello preferirebbe il bel Pietro, il quale tenta invano di calmare Marcaniello furioso.
ATTO SECONDO - Cardella racconta a Lucrezia l'accaduto e si rende conto che anche la sua padrona è innamorata di Ascanio. Marcaniello intanto raccomanda a Vannella di star lontana da Pietro, ma Nina che sopraggiunge finge di interpretare male quanto ha inteso, di credere che Marcaniello faccia la corte anche a Vannella e respinge in malo modo il podagroso e tossicoloso fidanzato, di cui per giunta Vannella, la furba Vannella che ha capito benissimo il giro delle padrone, si prende giuoco. Nena d'altronde rifiuta Pietro. Questi per la stizza scolora e s'affida a Cardella che gli garantisce di restituirgli la sua bellezza con i belletti della padrona. Tolto di mezzo Pietro, si incontrano Nina, Nena e Ascanio e hanno una dolorosa spiegazione nella quale le due donne si rivelano inutilmente rivali per un innamorato così irresoluto. Per di più Lucrezia ha tutto ascoltato e si infuria contro Ascanio, che le preferisce le sorelle romane. Il povero giovane fuori di sé invoca la morte. Intervengono i due vecchi che hanno visto Lucrezia trattar male Ascanio e si sdegnano; ritorna Pietro tutto truccato e nello scompiglio generale che provoca la sua comparsa, con le servette alle calcagna, Marcaniello cade e gli acciacchi gli impediscono di rialzarsi. Deve essere portato via a braccia fra gli scherni delle serve, mentre si intreccia un gustosissimo quintetto finale.
ATTO TERZO - L'imbroglio è ormai scoperto. Per evitare guai peggiori Carlo stabilisce con Pietro di affrettare i matrimoni, ma le servette stanno all'erta e avvertono le padrone. Nina e Nena decidono di ribellarsi per difendere i loro amori infelici, altrettanto fa Lucrezia, mentre Ascanio continua a disperarsi. Così, mentre questi piange, le tre donne ingiuriano aspramente i loro fìdanzati e per di più le due serve litigano fra di loro. Pietro non perde tempo e cerca di consolarsi con Vannella, poi incontra Ascanio e lo ferisce con la spada a un braccio. Non è che un graffio, ma questo risolve tutto, perché Carlo, medicandolo, riconosce in Ascanio, da un segno che ha sul braccio, il nipote Lucio che era stato rapito bambino. Ascanio-Lucio è dunque fratello di Nena e Nina e può continuare a voler bene a tutte e due, mentre nella gioia generale riconosce di amare Lucrezia non come sorella ma come fidanzata, la chiede in moglie ed è questo l'unico matrimonio che si realizza e che conclude gaiamente la complessa vicenda.