Teatro alla Scala di Milano presenta:
Lucrezia Borgia (1970)
Melofdramma in un prologo e due atti. Libretto di Felice Romani - Musica di Gaetano Donizetti
- Interpreti principali: Montserrat Caballé (Lucrezia) Gianni Raimondi (Gennaro) Anna Maria Rota (Maffio Orsini)
- Maestro Concertatore: Ettore Gracis
- Regia: Margherita Wallmann
- Maestro del coro: Roberto Benaglio
- Coreografia: Giulio Perugini
- Scene e Costumi: Orlando di Colalto
Programma di sala (pagine 34)
- Prima rappresentazione 24 febbraio 1970
- L'incontro di Donizetti con un personaggio da brividi (F. Arruga)
- Lucrezia nella storia
- Bozzetti dellle scene
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
L'argomento
PROLOGO. Da una terrazza di palazzo Grimani a Venezia, dove si svolge una festa, un gruppo di ospiti ammira la città dogale con il rimpianto di doverla lasciare l'indomani per seguire Grimani a Ferrara alla corte del duca Alfonso e di Lucrezia Borgia. Nell'udire il nome di costei tutti inorridiscono, particolarmente Maffio Orsini, il quale rievoca la lontana notte di Rimini in cui, ferito in battaglia, fu soccorso dall'amico Gennaro e con lui giurò che non si sarebbero mai piu separati: essi però appresero da un vecchio mago una sinistra profezia: "E insieme morrete! Fuggite i Borgia, o giovani! Dove è Lucrezia è morte!". Partiti gli amici, Gennaro, il quale fin dall'inizio del racconto si era addormentato, viene raggiunto da una donna mascherata: è Lucrezia. Dopo aver licenziato Gubetta che la segue e cerca di scoprire il segreto impulso che l'ha spinta sotto mentite spoglie da Ferrara a Venezia, ella si ferma a contemplare Gennaro, confrontando amaramente il sereno riposo di lui con il proprio tormento. Gennaro si sveglia e compiaciuto dell'interessamento della donna le dichiara che il suo cuore è libero; quindi le narra la sua triste e oscura giovinezza vis- suta con un pescatore napoletano di cui si credeva figlio e non confortata dall'amore materno. Lucrezia esorta Gennaro a non disperare che un giorno forse potrà conoscere la madre. Il colloquio è interrotto da cavalieri e dame e invano prima Gennaro chiede a Lucrezia di rivelargli la sua identità: di ciò peraltro si incaricano subito, e nonostante le suppliche della donna, Maffio Or sini e i suoi amici, i quali ebbero parenti vittime dei misfatti di Lucrezia e si valgono ora dell'occasione per accusarla delle sue ne- fandezze.
ATTO PRIMO. Primo quadro. A Fer rara. Il duca Alfonso apprende da Rustighello che Lucrezia ha nascosto in città Gennaro e giura di vendicare quella che ritiene offesa al suo onore maritale. Gennaro intanto si appresta a congedarsi da Orsini, Liverotto, Petrucci, Gazella, Vitellozzo con l'intesa che si rivedranno alla festa in casa della prin- cipessa Negroni, dove è invitato anche l'infido Gubetta. Gennaro è sempre oppresso dal pensiero della madre sconosciuta: non è innamorato di Lucrezia, come insinua Li- verotto, e per provare anzi i suoi veri sentimenti cancella col pugnale la prima léttera del nome Borgia scolpito su uno stemma del palazzo. Allontanatisi Gennaro e gli amici, si incontrano Astolfo e Rustighello: il primo è venuto per accompagnare Gennaro da Lucrezia, al secondo è stato invece commesso l'incarico di tradurlo prigioniero al duca. Astolfo è costretto ad arrendersi alla volontà ducale e a lasciare il passo a Rustighello. Secondo quadro. Sala del palazzo ducale. Rustighello assicura Alfonso di aver assolto la missione e riceve ordine di tener pronto il "vino dei Borgia". Sopravviene Lucrezia che denunzia al duca l'ingiuria recata al nome ed esige la puni- zione del colpevole. Alfonso fa introdurre costui: allibisce Lucrezia nel vedere Gennaro che, smentendo l'alibi creatogli dalla donna nel tentativo di salvarlo, coraggiosa- mente conferma il suo gesto. Inutil mente poi Lucrezia invoca Alfonso di revocare la decisione: egli è piu che mai fermo nella volontà di eliminare l'uomo con il quale è certo che Lucrezia lo tradisce. Non serve che Lucrezia giuri di non essere l'amante di Gennaro, né che minacci il marito: al piu Alfonso acconsente che Gennaro anziché di spa da muoia per veleno. Ritorna Gennaro tra le guardie e il duca finge di avergli perdonato: e poiché Gennaro, per l'amicizia che lo lega al governo dogale, rifiuta di arruolarsi per la guerra contro Venezia, Alfonso lo invita almeno a brindare. Lucrezia, con lo strazio nel cuore, è costretta dal crudele consorte a mescere nel calice di Gennaro la mortale bevanda contenuta in un'anfora. Il duca se ne va e Lucrezia ne approfitta per dare a Gennaro un antidoto e incitarlo a lasciare Ferrara. Dopo un momento di esitazione Gennaro prende la porta indicatagli da Lucrezia. Rientrano Alfonso e Rusti- ghello, e Lucrezia cade svenuta.
ATTO SECONDO. Primo quadro. Un gruppo di scherani è appostato presso la casa di Gennaro per spiarne i movimenti secondo gli ordini ricevuti dal duca, ma si trae in disparte allorché vede uscire Gennaro con Orsini. Costui persuade l'amico a rimandare la partenza per Venezia e a intervenire a un'altra festa offerta dalla principessa Ne- groni. Rustighello esulta perché è sicuro che la preda non gli sfug girà. Secondo quadro. Sala a Palazzo Negroni. Siedono a tavola, con la principessa e alcune dame, Gennaro, Orsini, Liverotto, Vitellozzo, Gazella, Petrucci e Gubetta, il quale provoca Orsini; nella confusione che segue le dame si ritirano. Gubetta invita tutti a non preoccuparsi delle spade frattanto comparse e piuttosto a ristabilire la pace levando i calici che un coppiere nerovestito sta riempiendo di "vin di Siracusa", Gubetta però getta via i I liquido; Gennaro se ne accorge ma Orsini non attribuisce importanza alla cosa e intona un brindisi che lugubri voci lontane commentano: "La gioia de' profani - è fumo passeggier". Alla fine del brindisi la sala si fa misteriosamente buia e tutti constatano che le porte sono sbarrate. Solo la porta di fondo si apre e si presenta Lucrezia con gente armata. Lucrezia non esita a confessare di aver avvelenato i convitati per vendicarsi di averla smascherata a Venezia ma sbigottisce nel vedere Gennaro: ordina agli sgherri di allontanare Orsini, Liverotto, Vitellozzo, Gazella e Petrucci e rimane sola con Gennaro. Egli ricusa di bere il contravveleno: vuoi dividere la sorte degli amici ma prima ucciderà la nefanda donna. Lucrezia lo ferma e gli rivela: "un Borgia tu sei", ella è sua madre. Gennaro muore invocando il suo nome. Lucrezia si accascia sul corpo del figlio.