Compagnia d'Operetta del Teatro Bellini di Napoli in collaborazione con il Teatro dell'Opera di Cuba presenta:
Scugnizza (1990)
Di Tato Russo dal libretto di Carlo Lombardo e Mario Costa
- Interpreti principali: Rosalia Maggio, Antonella Lori, Antonio Murro, Antonio Romano - Orchestra e coro Teatro Bellini - Corpo di ballo del Ballet Nacional de Cuba
- Elaborazione musicale: Antonio Sinagra
- Coreografie: Tony Ventura
- Scene: Renato Lori
- Costumi: Giusi Giustino
- Regia: Tato Russo
Programma di sala (pagine 36)
- Mario Costa: una delicatezza (P. Ruggeri)
- Scugnizza ra leggenda e realtà (Viito Molinari)
- L'operetta all'italiana è targata Lombardo
- La prima interprete (L. Palumbo)
- L'allestimento di Tato Russo
- La trama - I costumi
Scugnizza tra leggenda e realtà Carlo Lombardo, nel 1922, mette a segno un secondo colpo da maestro. Nel 1919 aveva utilizzato la musica di Mario Costa per creare "Il Re di Chez Maxim"; nel 1921 il maestro Costa riunisce alcuni suoi motivi per lo spartito dell' operetta "Posillipo". L'esito non è entusiastico. Lombardo fiuta l'occasione: rielabora il libretto pur mantenendone l'ambientazione partenopea e la storia collaterale dell'amore di un' inglesina con un giovanotto napoletano; arrangia liberamente le musiche e il 16 dicembre 1922, a Torino, al Teatro Alfieri, presenta "Scugnizza". Anche per questa operetta la cronaca della stesura si tinge di leggenda. Secondo un'ipotesi, Lombardo fece tutto da solo, con il tacito consenso di Costa, interessato solo ai tavoli da gioco di Montecarlo e pressato da debiti. Secondo un'altra teoria, libretto e spartito sono il risultato di una "tre giorni" filata dei due personaggi, autoreclusisi nella Casa musicale Lombardo. L'ultima ipotesi, invece, è la più romanzesca: secondo il maestro Cice Lombardo, figlio del compositore, "Scugnizza" nacque da una richiesta di aiuto finanziario di Costa a Lombardo: un immediato e sostanzioso acconto contro l'impegno di scrivere un'operetta. Gli acconti furono più di uno, mentre la musica non arrivava. Quando Lombardo, preoccupato, chiese di ascoltare i motivi già composti, si recò a Montecarlo, dove Costa ... componeva. E Costa, staccatosi per breve tempo dal Casinò, gli fece ascoltare al pianoforte musica su musica. Solo molti anni dopo Lombardo seppe che quella musica era stata improvvisata al momento. A parte le "spiritose invenzioni", certo tale musica, più che improvvisata, era quella di "Posillipo"; a ben guardare, le tre ipotesi coincidono: musica preesistente, rielaborata dai due. A questo occorre aggiungere un elemento determinante per il successo: l'interpretazione di una diva come Nella Regini. Successo certo, strepitoso. VITO MOLINARI
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