Garinei e Giovannini presentano:
Se il tempo fosse un gambero (1986)
Commedia musicale di Iaia Fiastri e Bernardino Zapponi
- Interpreti: Enrico Montesano, Nancy Brilli, Gino Pernice, Isa Di Marzio, Luigi Palchetti, Rosanna Ruffini, Marcello Di Matteo. Marzia Falcon, le soliste, i solisti
- Musiche: Armando Trovaioli
- Coreografie: Franco Miseria
- Scene: Umberto Bertacca
- Costumi: Folco
- Regia: Pietro Garinei
Programma di sala (pagine 32)
- Introduzione allo spettacolo
- Enrico '86 (Sandro Bolchi)
- I personaggi
- Gli interpreti
- Gli autori
- Foto di scena
Enrico '86
Quando Roma si sveglia, s'inarca, aizza il pelo fulvo dei suoi mille e mille gatti (e il vento si porta via dai tetti l'ultima luna). Quando i mercatini sono folti di rughetta, smaglianti di peperoni, di fiori che si aprono al barbaglio del primo cielo. Quando la festa diventa sagra e le voci scappano inseguite da campane domenicali, lì, in quella aria, c'è posto per Enrico Montesano. Il clima era più umido e notturno allorché, ragazzo, si esibiva nei cortili di quei casermoni romani con i giardinetti emaciati e l'erba moribonda. Quattro botti rovesciate erano il palco improvvisato per la gloria del quartiere. “Montesà, facce ride”, gli gridava la povera gente affacciata ai balconi. Enrico si infilava il tozzo tubino di Totò, con il grembiule della nonna inventava le code di un fracchettino e le risate rimbalzavano sui muri diroccati e felici. Già bravo allora, bravissimo adesso. Canta come quei dolci baritonotti del cinema americano stile Nelson Eddy, sempre in ginocchio davanti a stelle non ancora “brillarelle”; balla con la grinta impunita di un «mejo tacco »; recita, si traveste, corrompe la realtà, palpa il sedere alla favola. Ora è un bullo borgataro e fischiarolo, ora una comare dal ventre inverecondo, ora un demonio dalle corna arrendevoli, ora un autista che ha inghiottito una matta tarantola. Rugantino ha buttato alle ortiche il costume della Roma che fu, ma il piacere della beffa, il ghigno ortolano bruciano ancora sotto mentite spoglie. Sicché Enrico si prodiga, esce da una porta per rientrare da una finestra, suda, scala le filastrocche più impervie, saltella sulle rime più esilaranti senza mai inciampare. Enrico Montesano sarà con voi, al Sistina, questa sera, 31 dicembre; e brinderà con voi. Io non ci sarò perché mi ha lasciato, da quel buon diavolo che è, una voglia rossa, proprio sulla guancia destra. Io penso sia una voglia di vino, un vino che gli assomigli, frizzante e burrascoso; magari una voglia di lambrusco, di quello aspro e ridente, che spuma sulla tavola per bagnarla di allegria, così da renderci più lieti e più sereni.
SANDRO BOLCHI
dal CORRIERE DELLA SERA del 31 dicembre 1986