Mario Chiocchio presenta:
Vita col padre (1994)
Di Howard Lindsay e Russel Crouse
- Interpreti: Ugo Pagliai, Paola Gassman, Isa Gallinelli, Enrico Dusio, Lorenzo Lavia, Elia Pirona, Rosalba Trevisan, Alexandra La Capria, Carlo Allegrini, Claudio Manuzzato
- Traduzione e Adattamento: Sergio Jacquier
- Musiche: Antonio Di Pofi
- Scene: Piero Maccarinelli
- Costumi: Sabrina Chiocchio
- Regia: Piero Maccarinelli
Link Wikipedia
1. Ugo Pagliai - Paola Gassman - Foto di scena
Programma di sala (pagine 32)
- Le origini della commedia (Brooks Atkinson)
- Il padre burbero, la moglie ideale (Renzo Tian)
- Vita col padre (Raoul Radice)
- Note di regia (Piero Maccarinelli)
- Il libro di Clarence Day
- Fotografie di Tommaso Le Pera
Le origini della commedia
Tutti speravano che i bozzetti dedicati da Clarence Day al suo dispotico genitore avrebbero dato vita a un buon testo teatrale, ma forse nessuno avrebbe immaginato un esito brillante come la commedia d'epoca scritta da Howard Lindsay e Russel Crouse. Senza mai involgarirne l'intonazione scopertamente satirica, essi hanno saputo trasportare il materiale di Clarence Day in una commedia immensamente popolare, tale da rammentare la propria casa alla grande maggioranza degli americani. Così da oggi il Padre fa il suo ingresso nella galleria dei personaggi americani più rappresentativi. Chi avrebbe previsto il posto che il Padre avrebbe finito per occupare nella letteratura odierna e sulla scena, quando Clarence Day cominciò a scribacchiare oziosamente quasi vent'anni fa? Dai tempi della prime paginette sparse su vari giornali e riviste egli è costantemente venuto aumentando di statura e di peso, e ora occupa due libri di successo, Vita col Padre e Dio e mio Padre, per tacere delle sue incursioni in Vita con la Madre; spadroneggia nella più popolare commedia di Broadway di quest'anno, e non c'è dubbio che continuerà a tiranneggiare la sua famiglia in molte forme e in molti luoghi per chissà quanto tempo ancora. Tutto quanto riguarda il Padre è oggi più vivo che mai. Clarence Day è morto nel 1935; ma è difficile rendersene conto quando si pensa alla sua saga domestica, tanto lo spirito è sottile, il tono è gaio, e il personaggio è dinamico. I libri sono eccellenti ma anche la commedia ha i suoi vantaggi. Perché il teatro è una cosa concreta, vivida, magnetica. Quando il teatro riesce a dir bene una cosa, lascia una impressione indelebile. Clarence Day non aveva in mente alcun piano quando si mise a scrivere di suo padre, e anzi nemmeno si considerava uno scrittore di professione (la decisione in proposito fu del pubblico); egli abbozzò il suo ritratto così come gli veniva, in una quantità di maliziosi frammenti messi insieme quasi a caso. Ma una commedia deve avere una sua forma per poter condurre un discorso drammatico intelligente; é precisamente questo il principale contributo dato da Lindsay e Crouse al materiale originale. Essi hanno preso qui un episodio, qui uno spunto, qui una sequenza di dialogo. Il risultato è una commedia che rende il personaggio del Padre con tutta l'incisività che costui avrebbe potuto desiderare collocandolo al centro di una narrazione picaresca a tutto tondo, conseguente e affettuosa. E' vero che la voce del Padre è più autoritaria della maggior parte delle voci maschili e il suo modo di agire è più diretto. Ma a parte ciò egli rappresenta la comica impossibilità di spadroneggiare in una comunità famigliare. Il Padre è logico da un punto di partenza assurdo. Egli pianifica la vita della moglie e dei figli con l'occhio alla propria pace mentale. Quello che vuole è semplicissimo. Egli vuole che l'oggi sia altrettanto piacevole di come ricorda lo ieri. Per quanto riguarda l'economia domestica i requisiti del padre sono altrettanto semplici. Egli vuole sapere dove vanno a finire i suoi soldi. E' un uomo d'affari; per lui la conduzione finanziaria di una famiglia è una perpetua operazione di ammortamento. Sennonché la vita famigliare non risponde alla logica. Essa si fonda sull'amore, che è la forza più distraente mai inventata da Dio; e nonostante la massima buona volontà fra i membri della famiglia le cose sfuggono sempre di mano, disturbando l'armonia delle aspettative del Padre. La vita non si conforma alle sue eccellenti pianificazioni. Certo, il Padre è sconfitto praticamente in tutti i punti che vengono sollevati. Ma non ci sono malizia ne astuzia all'opera contro di lui, e probabilmente se qualcuno insinuasse che il Padre non le ha sempre tutte vinte sua moglie e i ragazzi sarebbero i primi a difenderlo.
Brooks Atkinson Critico teatrale del New York Times
Dall’introduzione alla prima edizione di Vita col Padre, A.A. Knopf, New York.