La Produzione Macario 1951 presenta:
Votate per Venere (1951)
Rivista a grande spettacolo in due tempi di Orio Vergani e Dino Falconi
- Interpreti principali: Erminio Macario, Elena Giusti, Carlo Rizzo, Laura Masiero, Flora Lillo, Dorian Grey - Gladys Popescu, Gino Bramieri, Edward Lane, Renato Tovagliari - (Danza) Mary Montgomery, Edward Lane, Margot Chandler, Mary Montgomery
- Adattamenti: Carlo Rizzo
- Musiche: Pasquale Frustaci
- Coreografie: Mary Antony
- Scene: Fontanales e Ferrera
- Costumi: Soldati
- Regia: Erminio Macario
Programma di sala (pagine 28)
- Si va in U.S.A (M. Casalbore)
- Primo - Secondo tempo
- Locandina
- Gli Interpreti
- La... Tradotta di Venere
- Fotografie
Si va in U.S.A. signori! Buon Viaggio
Credete, signori, di aver acquistato un biglietto di teatro. Errore. Avete acquistato, invece, un biglietto di viaggio per gli U.S.A. più rapida (e soprattutto più sicura) di una Constellation o di un Dakota, la fantasia, che pur essa ha le ali, vi porta negli Stati Uniti. Non vedete, lo so, le erte sagome dei grattacieli e neppure i fiammeggianti dischi della Coca-Cola; e vi guardate intorno con aria attonita. Che Stati Uniti sono mi questi, dove il governo è tenuto da donnine procaci, dove i codici sono applicati col sorriso sulle labbra, dove Venere regna padrona incontrastata? E’ semplice, sono gli Stati Uniti dell’amore. Questo e non altro voleva dire la sigla.
Stati Uniti dell’Amore. Ci si va senza passaporto, senz’altro bagaglio che lo spirito sereno e la volontà di restar giovani sino a quando è possibile… ed oltre. Dello Stato hanno eletto presidente Macario, ed è da lui che parte l’ordine di costruire non la bomba, ma la Bimba Atomica. Si fa in fretta – un semplice cambio di vocale – a mutare l’orrore e lo spavento in un complesso di assai più gradevoli sensazioni. Non meravigliatevi allora, se vedete che anche una rivoluzione, nell’accesa terra di Puertorico, può svolgersi a ritmo di samba: Ci si incontra, ci si ama e si ci uccide, infine. Ma sempre a tempo di samba, è chiaro.
E se vi capita di andare in uno studio di un psicoanalista, vi accorgerete che i problemi che travagliano l’anima femminile sono sempre quelli del regno di Venere; se vi capita di seguire a Parigi un buffo tipo di cameriere torinese, lo sentirete sospirare d’amore, non per una donnina, per la sua città, ma è amore, se vi addentrate nei reconditi recessi di una vecchia biblioteca, vedrete venirvi incontro le più famose amatrici della storia. E’ l’influsso di Venere stende le sue ali fino a coprire l’intera rivista, ovunque essa si diriga, nel suo viaggio attraverso le epoche ed i luoghi più disparati, ma sempre a rispettosa distanza dalle intricate boscaglie e dalle savane tremanti della politica.
E’ un ritorno, dunque, alla vecchia tradizione macariana, alla tradizione di uno spettacolo ilare e festevole, dove la dovizia di scena e costumi fa da cornice al quadro attraente di quelle “donnine” per le quali Macario è sempre andato famoso; uno spettacolo dove la risata sbotta sulla spinta di un umorismo bonario, e vorrei dir quasi casalingo, e non va ad intinger veleno nei calamai di certe polemiche; uno spettacolo dove l’invito all’ottimismo è lanciato a piene mani. E' il vecchio Macario che torna.
Al suo fianco è l’elegantissima, canora (ed ora anche divertente) Elena Giusti; alle sue spalle Carlo Rizzo, il … rifornitore dal ritmo inesauribile. E tutto intorno una compagnia dove la bellezza è cospicuamente rappresentata, dove le qualità artistiche non fanno certamente difetto. E’ un ritorno lieto, dunque; un ritorno cha, forse, Macario non poteva augurarsi migliore.
Mario Casalbore