Edoardo Padovani presenta:
Vuoti a rendere (1986)
Di Maurizio Costanzo
- Interpreti: Valeria Valeri, Paolo Ferrari
- Musiche: Paolo Gatti
- Scene e costumi: Bruno Garofalo
- Regia: Massimo Cinque
Link Wikipedia
Programma di sala (pagine 24)
- Da "Il resto è vita" (Maurizio Costanzo)
- Rassegna Stampa
- Note di regia (Massimo cinque)
- I due protagonist
- Fortografie di Pascuttini e Cioni
Note di regia
“Vuoti a rendere” è un testo per attori. Valeria VaIeri e Paolo Ferrari, da par loro, si sono immedesimati nei personaggi rappresentati (Isabella e Federico) con incredibile bravura e pazienza: si. proprio pazienza, perché un testo a due ha realmente bisogno di tanta dedizione, bisogna andare a cercare le sfumature, le piccole variazioni di tono, di intenzione. Passare da momenti di divertimento ad attimi di malinconia, in frazioni di secondo, magari soltanto con una espressione del viso. L'autore, Maurizio Costanzo, dopo avere rivisitato il testo a distanza di una dozzina d'anni lo ha reso ancora più quotidiano, lo ha immerso in una sorta di realismo attraverso una sede di luoghi comuni che sono quelli che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni. Il ricordo, il sogno, sono elementi caratterizzanti “Vuoti a rendere” come caratterizzano tutto il nostro vivere.
La premessa fin qui scritta vale come riflessione, per il sottoscritto.
Riflessione fatta dopo la prima lettura, dopo il primo incontro con l'autore, il quale si raccomandava: “Massimo, fai attenzione ai ritmi, attento a non cadere nel tranello del parlato”. Le mie precedenti esperienze mi hanno insegnato l'importanza della musicalità delle parole, dei dialoghi. Se si considera un testo teatrale uno spartito e si ha nell'orecchio una musica formata dalle parole stesse, non si hanno più problemi di ritmo, e le frasi scorrono via veloci. fluide, senza tediosità o appesantimento. Una regia può, deve anche interpretare e filtrare per il pubblico quello che è scritto sul testo, e se il testo prevede anche una serie di ricordi, di sogni. per non spezzare “il ritmo” di cui sopra biso¬gna trovare delle soluzioni agili e semplici. Sono così partito dall'idea che il ricordo o il sogno non sono mai precisi, nitidi, ma rimangono offuscati, solo per pochi secondi riusciamo a metterli a fuoco, poi cambiano, si rincorrono, si accavallano. Ecco l'idea di proiezioni che rimangono solo pochi attimi per definire la situazione e poi scompaiono, una sorta di lanterna magica, insomma. Insieme a Bruno Garofalo (lo scenografo) abbiamo lavorato molto su questa soluzione che ha recato non poche difficoltà tecnico-pratiche. Un altro elemento importante è stato l'apporto delle musiche (Paolo Gatti) che riescono a seguire o ad anticipare o sottolineare a seconda dei casi le varie azioni dello spettacolo rendendo ancor più musicale uno spettacolo che ha già una sua musicalità nelle parole che recita.
Insomma uno spettacolo al quale mi sono dedicato con amore divertendomi molto nel metterlo in scena. Divertimento che, spero, si trasmetta anche a voi che state per vederlo.
MASSIMO CINQUE