Da COMOEDIA Anno II Num. 22 - 25 Novembre 1921:
- Amerigo Guasti l'autore - "Tre atti"
Autore: Amerigo Guasti
Commedia rappresentata per la prima volta il 4 dicembre 1920 al Teatro Valle di Roma dalla Compagnia Galli-Guasti-Bracci
Amerigo Guasti è un uomo ancor giovine, elegante, piuttosto piccolo di statura, che difficilmente si ferma più di uno o due mesi nella stessa città, e vive negli alberghi. E' così strettamente legato all'altro Amerigo Guasti - all'attore - che in verità si può dire che forma con questo una persona sola, e non lo abbandona neppure un minuto. Perciò accade sempre, inevitabilmente, che Amerigo Guasti, l'autore, non trova tempo di scrivere un rigo, mentre l'altro Amerigo, l'attore, prova o recita. E siccome quest'ultimo, tra prove e recite, lavora moltissimo, quest'altro con rincrescimento suo e del pubblico, finisce a scrivere ben poco. Ma quel che di tanto in tanto egli offre ai giornali, alle riviste e al teatro basta perchè lo si possa giudicare uno scrittore garbatissimo e di buon gusto. L'attore continua a dargli consigli preziosi intorno alle preferenze del pubblico, intorno al “genere che va di più”, e nello stesso tempo lo ammonisce: bada che è il genere più difficile; e l'autore si serve dei consigli e dell'ammonimento e riesce a combinare insieme la dose giusta di interesse con quelle altre di comicità, di sentimento e di tecnica del teatro e a produrre commedie graziose, piene di colore e di vivacità, come la “120 HP”, e questi “Tre atti” che continuano a rappresentarsi con vivo successo. Ciò non vuol dire che quando Guasti, l'autore, si stacca da Guasti, l'attore, non fa che scrivere: ci sono tante altre occupazioni che finiscono per assorbire il suo tempo. Due sopra tutte: la musica e la campagna. Per la musica ha sempre avuto una vera passione; è un violinista veramente pregevole, e suona anche bene il pianoforte e la chitarra. Lo ricordo, col suo violino, fra i professori d'orchestra in una serata di beneficenza alla Scala, e più spesso, con la sua chitarra, ad accompagnar la Dina in un delizioso duetto o a canticchiare nel camerino del teatro, fra pochi amici, vecchie canzoni. La campagna poi gli sorride come un luogo di dolce e meritato riposo, e sempre ne parla con nostalgia, dato che quasi tutto l'anno è costretto a rimanerne lontano. Tanto più che egli ha su moltissimi fra gli altri autori questo notevole vantaggio: possiede una campagna sua, in quel meraviglioso Appennino Toscano, tutto verde ombra e frescura: campagna che produce un vinello sincero color rubino, capace di mettervi in corpo tanto buon umore quanto una commedia di Guasti autore recitata da Guasti attore. Provatevi a meravigliarvi, sentendo la notizia, e a chiedergli: “Ma è dunque vero che hai delle vigne di prim'ordine?” Vedrete che vi guarderà male, poiché non è lecito ignorare una cosa di tanta importanza, e vi risponderà: “Come? Non conosci il mio vino? Disgraziato! Te ne manderò”. Poi, naturalmente, non ve ne manda, e non se ne parla più. Oltre alla campagna e alla musica, c'è qualcosa d'altro cui Amerigo Guasti dedica parte dei suoi ritagli di tempo: le ammiratrici. Ma capirete che su questo scabroso argomento non si può entrare in particolari, per ovvii motivi di discrezione. Ad ogni modo, immaginerete facilmente che diluvio, che valanga, che bombardamento di lettere, letterine, biglietti, fotografie con dediche e simili, si rovescino implacabili contro di lui all'albergo e al teatro. Ma non gliene parlate, per carità, poiché egli non ne parla. Soltanto qualche volta vi capiterà di accorgervi che alla fine di una rappresentazione, quando, Guasti attore scompare per lasciar libero il campo a Guasti autore, questi rifà più accuratamente la sua toeletta, impiega cinque minuti di più perchè il fazzoletto di seta sbuffi dal taschino con la naturale e spontanea indifferenza e infila all'occhiello della giubba nera una camelia bianca. Allora vuoi dire che per lui la rappresentazione non è finita: perchè dopo i “tre atti” si prepara a recitare il quarto - che ordinariamente è il più allegro - al quale il pubblico è sempre vivamente pregato di non intervenire…
A Dina, grande e cara, e ai miei compagni tutti che così amorosamente interpretano questi "tre atti".
TRE ATTI Commedia in tre atti di Amerigo Guasti
PERSONAGGI: CONTESSA ALMA DEL BUONO - CLARA, sua figlia - CONTESSA DONNA VIRGINIA LAURENTI - MEME'/DORY, sue figlie - PAOLINA, cameriera di Donna Alma - RAOUL MIGLIORI - ROBERTO DANIELI, commediografo - IL CONTE CLERICI - GUIDO, cameriere di casa De Buono.
A Roma oggi...
ATTO PRIMO
Salotto elegante preparato per un thé intimo, vi si nota il buon gusto e la finezza di una dama dai molti dettagli, dai piccoli nonnulla. Sono le cinque del pomeriggio...
SCENA PRIMA.
SCENA PRIMA.
PAOLINA (cameriera elegante giovine e carina) E io ti dico che ti faccio cacciare, brutto ghiottone!
GUIDO (cameriere sulla trentina, alla buona, ma che è in via di trasformazione) Stà buona, Paolina, non ho toccato nulla.
PAOLINA Non ti vergogni alla tua età?... Guarda: hai ancora le dita sporche di... foie-gras. (Poi va al tavolo del thè, guarda nei vari plateaux preparati con ogni sorta di sandwich, biscotti e pasticcini). ECcolo qui, guarda! (prende il pezzo avariato e giielo mette sotto ii naso). La vedi qui la ditata?
GUIDO (confuso, ma guardando ghiottosamente l'olezzante boccone) Uhmm!
PAOLINA (con la mano libera gli misura uno scappellotto, ma con l'altra gli mette 'in bocca il sandwich) Sudicione: vuoi che i signori mangino i tuoi avanzi?... Hai visto come si fa?
GUIDO (parla masticando beato) Eh, ho visto e sentito... com'è buono!
PAOLINA E anche i liquori... non si schiccherano come fai tu a sorsate dalle bottiglie, sbiascicando tutto contro l'igiene e contro... la morale. Se ne prende un bicchierino, dopo bevuto lo si porta in cucina, si lava e poi si rimette a posto per benino tutto netto, pulito e lindo...
GUIDO (fa per abbracciarla) Come te...
PAOLINA (respingendolo) Va in là, brutto vecchiaccio... Credi che mi sia fatta così bella per te?
GUIDO Oh! Lo so che è per quello spilungone incaramellato...
PAOLINA Il conte Clerici? Ma va... QuelIo fa I'asino alla signorina e come! e anche la signorina lo vede molto di buon occhio!
GUIDO Eh! se non lo vede di buon occhio lei... lui con quel pezzo di vetro, vede tutti di malocchio sicuro. Mi è antipatico quel sor coso Ii, perché con tutto che è quasi fidanzato della signorina, l'altra sera nel corridoio ti voleva abbracciare. L'ho visto sai, perchè Malocchio, io lo tengo d'occhio!
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