TATIANA PAVLOVA – profilo
Di Paolo Emilio
Si conclude ormai un anno di battaglia e si affaccia legittima la domanda se l’Attrice abbia superato le formule critiche, le polemiche delle prime impressioni e le sovrapposizioni immaginose che l’additarono al pubblico al suo apparire sulle scene italiane. Giunge ora notizia dei successi nell'altro continente: certo l’interesse con cui il nostro pubblico la segue tra noi è giusto compenso alla sua arte appassionata. Ella tiene fede ai fantasmi che in patria la rivelarono attrice: dona la sua sensibilità agli elaborati tormenti dei teatro che si chiamò d’avanguardia. Lo studio intento di ogni sua interpretazione è oltremodo ricco per lei di risorse e di possibilità. Dal paradosso geniale del critico all'esaltazione poetica di chi ne subiva forse troppo da vicino il fascino di donna e ne riandava il nostalgico singolare passato, dalla fantasia cli chi per lei creava l’avventura dell’anima straniera, all’entusiasmo cli chi la celebrava incarnazione di femminilità squisita, che cosa non è stato detto di questa attrice, la cui adolescenza aveva sfiorato il genio umano di Tolstoi? Ci si impunta ancora a discutere il suo temperamento, anzi tanto interessa che ci si appassiona, ma le critiche negative sono cadute nel vuoto e la vittoria è tanto più significativa in quanto l’artista russa dovette lottare contro le diffidenze istintive che la nuova dizione italiana giustificava. Quando appare nella trasfigurazione del palcoscenico, preparata con una cura insolita, si può ben dire ch'ella si è creato il suo alone: i giuochi capricciosi d'inedite parrucche e di rischiate pettinature, toilettes stupefacenti, le più evidenti foggie esotiche o d'altri tempi; e che si è composta la sua atmosfera espressionista di violenze coloristiche, d'indugi di sogno o di precisione stilizzata. È il tentativo della sintesi dell'azione coll’ambiente. Nel centro cli questa effimera visione ci si svela nella visione plastica un'educata riflessione. Così ella può donare alle figurazioni, che ripudiano il realismo, la parvenza mirabile di costruzione della fantasia. E pure la respiriamo umana, sinteticamente umana, in una linea cli semplicità essenziale conquistata con intuizione perfetta. Si compiace di certe esecuzioni siano frivole o tragiche, dove l'accentuata inferiorità femminile trova sfogo in diversivi che viene inventando e ricamando con tono a volta a volta di orgoglio, di beffa, di capriccio, di difesa, di bimba colta in fallo con un darsi attorno delizioso quando vuole riuscire nella caricatura. Ella è vigile sempre: non la vogliamo in abbandoni. Indugia sulla battuta, si compiace delle intenzioni, si sorveglia, si ascolta. Conosce la sua mania di donna. Recita un ruolo di seduzione fino dl apparire solo più femmina con ricerca d’istinti primitivi. Tende a moltiplicare le variazioni sul tema con voluttà di lotta, che può talvolta sfocare con improvviso senso d’inutilità nell'abbandono alla deriva della “Signora della volpe azzurra”.