Teatro Massimo di Palermo presenta:
Der rosenkavalier - Il cavaliere della rosa (1998)
Commedia per musica in tre atti di Hugo von Hofmannsthal. Musica di Richard Strauss
- Interpreti principali: Ildiko Komlosi (Octavian) Désiréee Rancatore (Sophie) - Daniel Lewis William (Der Baron Ochs) David Pittman Jennings (Herr von Faninal) - Orchestra e Coro Teatro Massimo
- Maestro concertatore: John Neschling
- Regia: Pier Luigi Pizzi
- Maestro del coro: Fulvio Fogliazza
- Scene e Costumi: Pier Luigi Pizzi
- Allestimento: E.A. Teatro Carlo Felice di Genova
- 1. Strauss 2. von Hofmannsthal
Programma di sala (pagine 200)
- Prima rappresentazione 24 maggio 1998
- Una perla ... (Roberto Pagano)
- Rose pochissime, spine nessuna (Giorgio Gualerzi)
- "Hm, cosa non trovi in questa Vienna! (Niny Ganguzza)
- "Tutto svanisce come bruma o sogno (idlina Guandolfi)
- L'argomento - Il libretto
- Antologia della critica
Rose pochissime, spine nessuna (Giorgio Gaulerzi)
È nel marzo 1932 che - "avvenimento grande ed insolito" nella vita musicale cittadina - giunge finalmente a Palermo, naturalmente al Teatro Massimo (sede di tutti gli spettacoli straussiani, tranne gli ultimi due per l'inagibilità del teatro stesso), ll cavaliere della rosa, diciotto anni dopo la prima (e fin allora unica) Salome, a conferma della lenta e difficoltosa penetrazione della produzione operistica di Strauss in Italia. Dovranno infatti trascorrere ventidue anni, e poi ancora altri venticinque perché il Massimo ospiti il terzo e il quarto titolo, rispettivamente Elektra e Arianna a Nasso, ai quali si aggiungerà, nel gennaio 1988, un'autentica chicca come la prima ripresa italiana, dopo oltre mezzo secolo dal battesimo scaligero (direttore il grande palermitano Gino Marinuzzi, straussiano "doc"), della Donna silenziosa. Con le otto recite di quest'ultima opera Palermo ha raggiunto la cifra complessiva di 66 recite così ripartite: 26 di Salome, 13 del Cavaliere della rosa, 11 di Elektra, 8 ciascuna di Arianna a Nasso e della citata Donna silenziosa. Più in generale ciò rispecchia fedelmente la graduatoria dei titoli all'interno del rapporto fra l'universo operistico straussiano e il nostro paese. Rispetto alle cinque edizioni di Salome distribuite in settanracinque anni (tra il 19l4 e il 1989), due soltanto, separate da una quarantennio, sono quelle del Cavaliere della rosa. Il battesimo palermitano di quest'opeta resta un fatto sostanzialmente positivo, anche se con i criteri di valutazione odierni, a parte l'uso della lingua italiana, sul piano dello stile e del gusto ci sarebbe sicuramente qualcosa da eccepire. È singolare come alla base del successo dell'operazione ci sia un toscaniniano di provata fede quale Ferruccio Calusio, "sorretto da una conoscenza profonda dell'opera, scrupolosissimo concertatore", riconosce il critico de L'Ora "egli ha tratto dall'orchesffa tutti i caratteri e tutte le virtù della pittoresca partitura. I ritmi hanno avuto il loro giusto rilievo, l'esecuzione è stata quasi sempre vigorosa, colorita, piena di spirito e di arguzia,la falange orchestrale ha filato con fluidità e sicurezza" ... (continua)