BAISTROCCHI STORY
Un ultimo tocco di rimmel, un colpo di pettine alla parrucca bionda e via in palcoscenico. Anzi a bordo, per la "Crociera delle Follie!" Da 76 anni la Compagnia Goliardica Mario Baistrocchi sciorina in scena il suo campionario di maliziosa impertinenza e irresistibile voglia di ridere. A Genova la "Bai" è diventata un'istituzione, un pezzo di storia, un simbolo, come il pesto e la lanterna. Che cosè la Baistrocchi? Una, sequenza di straordinaria follia. Studenti trasformati in ballerine di varietà, scatenati nel can can del gran finale. Pizzi e pailettes all'ombra di barbe e petti villosi mai dissimulati, perchè i ragazzi della "Bai" sono uomini veri e il travestimento è solo un momento di dissacrazione. Bersagli classici e naturali i politici, impietosamente trafitti nei couplets dai fescennini della scatenata compagnia, che zitta zitta non dimentica quelli che soffrono: ambulanze, apparecchiature mediche, versamenti in denaro. Ospedali, enti morali, associazioni benefiche da sempre sono grati alla Baistrocchi. La Baistrocchi è una rivista di dilettanti che il tempo ha consegnato ai moduli del gran varetà, agli sforzi broadwayani di uno show impeccabile nelle coreografie, sfarzoso nei costumi, travolgente nei testi. Dietro le quinte, vecchi lupi di teatro orchestrano la fatica degli attori. Il regista e coreografo Piero Rossi, lo scenografo Giacomo Rigalza sono dilettnti nello spirito non certo nel tratto. Al di sopra di tutti vigila l'amministratore Ernesto Gherardi (dirigenre di banca, divide il suo amore tra ufficio, Baistrocchi e Sampdoria) che gestisce un budget di 300 milioni. E la carne da cannone? Di pima scelta. Lo straripante Marco Oreste Biancalana, perfetta controfigura di Sabrina Salerno, l'eclettico Ciccio Parisi, l'attor giovane Riccardo Croci. E tante giovani promesse a far corona. Magari tra loro non si nasconde il nuovo Gassman ma non importa. Davvero qui è importante soltanto partecipare. Il segreto dei 76 anni Baistrocchi è tutto qui: traduzione adeguata ai tempi. Lasciando intatto lo spirito dei pionieri, del fondatore Mario Baistrocchi. Anno 1913. Baistrocchi studente di legge inventa uno spettacolo brillante, ideato, messo su, diretto e recitato esclusivamente da universitari genovesi. Donne rigorosamente escluse. Finanziata da una colletta fra le famiglie dei giovani, va in scena "L'allegra brigata" ed è un successo sottolineato persino dai giornali cittadini. Gran festa ma all'orizzonte si profilano tempi calamitosi. Si va alla guerra e il tenente dei granatieri Mario Baistrocchi cade nel '17 sulla Bainsizza, guidando all'assalto i suoi soldati. Muore il padre fondatore, ma non la "Bai". Si riprende nel '22 con "Bella se vuoi venire". Tra gli autori dei testi c'è un giovane studente di giurisprudenza che diverrà l'avvocato Luca Ciurlo, uno dei principi del foro genovese. La galleria si allunga, i goliardi aggirano l'occhiuta censura fascista. Con "Addio giovinezza" (1942) si salutano i sogni, poco prima che l'Italia sprofondi nel baratro di una guerra sbagliata. Alla liberazione, rieccoli in scena, gli scatenati della Baistrocchi. Da rivista scanzonata cucita in famiglia, la "Bai" è diventata una passeralla ambiziosa e spregiudicata. Si affacciano in scena nomi destinati alla fama nella futura civiltà-spettacolo. Paolo Villaggio inventa il professor Kranz, lo scienziato tedesco improbabile e pasticcione alle prese con i "camelini di peluche". Accanto al futuro Fantozzi (anche lui concepito nel grembo della Baistrocchi) fa le prove in palcoscenico, un certo Enzo Tortora. E Popi Perani prova il mestiere che farà da grande, il regista per la RAI. Come Duccio Tessari che però sceglierà il cinema. Accompagnano le recite dei goliardi le musiche di Umberto Bindi e Fabrizio De André. E in "Oscar non ti spogliare" (1958) danza Vittorio Brogi che ballerino classico lo diventerà davvero. Ed eccoci ai tempi moderni, alla rivista trasformata in un music all sfarzoso ai botteghini presi d'assalto non solo, come un tempo, da mamme e fidanzate degli "attori", dai compagni di scuola. La "Bai" è l'appuntamento mondano dell'anno e la Genova bene è tutta lì, in prima fila il Sindaco bersaglio storico degli impertinenti giovanotti. 35 mila spettatori a Genova e nelle riviere si spellano le mani ad applaudire l'edizione 87/88. L'avventura 88/89 è in pieno svolgimento, 25 mila hanno assistito a "La crociera delle follie" a Genova e a Chiavari. Nei cuori e nelle orecchie l'inno dei goliardi: "Di cati di gioia, di canti d'amore..." Baistrocchi, l'èlisir di lunga vita.
ERNESTO GHERARDI